INFORMAZIONIClaudio Aceto |
INFORMAZIONIClaudio Aceto |
(Adnkronos) - E' un fatto che i rapporti fra suocere e generi non siano quasi mai idilliaci. Ma nel caso di Andrew Mountbatten-Windsor, quello con la madre di Fergie e di cui parla il biografo reale Andrew Lownie in 'The Rise and Fall of the House of York', è la classica ciliegina sulla torta di un annus horribilis che l'ex duca di York ha passato e che per sua fortuna volge al termine. Il libro ricorda l'intervista che la mamma di Sarah Ferguson, Susan Barrantes, rilasciò al settimanale italiano Gente e nella quale descrisse il fratello di re Carlo come un uomo "privo di un proprio carattere". Un'affermazione, quella dell'ex suocera di Andrea 'riesumata' da Lownie, che suona come l'ennesima condanna e che proviene addirittura dall'oltretomba. La Barrantes - morta in un incidente stradale nel settembre 1998 all'età di 61 anni - dichiarò che, se Andrew avesse avuto carattere, forse lui e Sarah "non si sarebbero lasciati". "È un bel ragazzo - aggiunse - e ha un cuore d'oro, al punto che spenderebbe tutti i soldi per aiutare qualcuno, ma non ha per niente carattere. Se solo avesse carattere, forse il suo matrimonio non sarebbe finito". La mamma di Fergie, invece, ne ebbe da vendere: aveva infatti dato scandalo dopo essere fuggita con un giocatore di polo argentino. Andrea e Sarah si sposarono con una fanfara pubblica nel 1986 e Fergie fu acclamata da una folla di 100.000 persone festanti fuori Buckingham Palace, mentre 500 milioni di persone in tutto il mondo guardavano la cerimonia in tv. Hanno avuto le figlie Beatrice e Eugenia, ma si sono separati nel 1992 e hanno divorziato nel 1996. Da allora, l'opinione pubblica si è lentamente inasprita nei loro confronti, per una serie di motivi, soprattutto per il fatto che entrambi sembrano privi di umiltà e di moralità. Durante la separazione, il finanziere americano John Bryan fu fotografato mentre succhiava le dita dei piedi di Fergie mentre prendeva il sole in topless a St Tropez. Tre anni dopo, Sarah appoggiò un progetto lanciato dall'imprenditore fallito Clive Garrard per aprire una casa di cura a lei intitolata e dovette ritirare il suo sostegno prima che Garrard venisse incarcerato per frode. Nel 2010, fu al centro dello scandalo 'cash for access', quando fu filmata di nascosto da un giornalista sotto copertura che si offriva di vendere un'introduzione ad Andrew per 500.000 sterline. Fu sentita vantarsi: "Posso aprire qualsiasi porta tu voglia". Infine, quest'estate è venuta alla luce una vecchia e-mail tra Fergie e il finanziere condannato Jeffrey Epstein, in cui si riferiva al pedofilo come al suo "amico supremo", dopo aver precedentemente promesso di aver tagliato tutti i legami. Il resto, dalla perdita dei titoli reali all'allontanamento dalla Royal Lodge, è storia recente. Una storia che, come ogni storia, non si fa né con i se e né con i ma. Ma che probabilmente sarebbe andata diversamente se Andrea avesse mostrato un minimo di carattere in più.
(Adnkronos) - "Oggi, MiaPensione riceve 10mila richieste di consulenza al mese, in maggioranza da parte di lavoratori dipendenti, ma anche da profili dirigenziali e professionisti con carriere discontinue. Il nostro obiettivo è sviluppare un ecosistema di educazione previdenziale, ma anche finanziaria rivolto alle nuove generazioni, affinché possano orientarsi con sicurezza in un sistema sempre più fragile, in particolar modo per quanto riguarda la previdenza complementare". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia Andrea Martelli, fondatore di MiaPensione, realtà nata nel 2022 con l’obiettivo di riportare chiarezza e concretezza in un settore complesso e spesso poco accessibile. "L’azienda - sottolinea - per poter stare al passo con una domanda di consulenza in forte crescita, ricerca 10 nuovi collaboratori, in particolare: 5 consulenti previdenziali, 3 candidati per il team commerciale e 2 dedicati al customer service". “Volevamo offrire - spiega - risposte tempestive e affidabili ai lavoratori, in un contesto in cui enti e strumenti informativi non riescono a soddisfare la crescente domanda di orientamento. In pochi mesi abbiamo capito che il mercato aspettava un servizio come il nostro: da due persone siamo passati a 30 collaboratori, nel primo anno, e abbiamo assistito 1.700 persone; oggi i nostri clienti superano quota 20mila. Dallo scorso anno Moltiply Group spa ha acquisito il 51% di MiaPensione, credendo nella crescita di questo progetto”. “MiaPensione - racconta - dispone di un software proprietario in grado di rimappare il sistema previdenziale italiano e ricostruire carriere frammentate, una criticità sempre più diffusa oggi. Ai lavoratori garantiamo un’analisi personalizzata su quando potranno andare in pensione, quale importo aspettarsi e come ottimizzare la propria posizione. Valutiamo anche la convenienza del pensionamento anticipato e analizziamo opzioni come riscatto della laurea, ricongiunzione contributiva e versamenti volontari. Per i pensionati, invece, verifichiamo l’esattezza dell’assegno percepito, individuando possibili errori e miglioramenti”. Con un linguaggio chiaro e accessibile, i consulenti MiaPensione spiegano attraverso i canali social le novità del sistema pensionistico: “La previdenza, infatti, non riguarda solo gli over 60. Conoscere le regole permette ai giovani di pianificare scelte professionali consapevoli”. “Quando abbiamo iniziato per primi in Italia - sottolinea - non erano disponibili nel mercato del lavoro dei profili professionali adatti alle nostre esigenze. Vista la rapida crescita del business e la necessità di reperire nuove risorse, abbiamo selezionato le persone sulla base delle soft skill individuali, mentre la parte della competenza tecnica è stata resa possibile ingegnerizzando il percorso di formazione, grazie alla nostra academy interna che, grazie a un corso di formazione intensivo, in poche settimane permette al consulente di districarsi con sicurezza tra le mille finestre e opportunità del sistema previdenziale”.
(Adnkronos) - Sentimenti di ansia, sfiducia e rabbia nei confronti del futuro. Così l’emergenza climatica impatta sulla salute mentale e sul benessere psicologico, in particolare dei giovani italiani. È quanto emerge dall'indagine sull’ecoansia, condotta su un ampio campione di giovani italiani tra i 18 e i 35 anni, realizzata dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (Iep) per conto di Greenpeace Italia e ReCommon, con la collaborazione di Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti (RdS), e pubblicata sul Journal of Health and Environmental Research. I dati sono stati raccolti tra giugno e novembre 2024 con un questionario diffuso dalle associazioni studentesche in scuole e università italiane e online, compilato da 3.607 persone. Dalle risposte emerge che il 41% dei giovani intervistati associa il tema del cambiamento climatico a sentimenti di ansia per il futuro, il 19% a una sensazione di rabbia e frustrazione, il 16% ad impotenza e rassegnazione. Solo l’1% ha risposto affermando di sentirsi responsabile o di avere dei doveri nei confronti del Pianeta. Infine, per il 44% l’ansia generata dal cambiamento climatico ha un effetto negativo sul benessere psicologico nella vita di tutti i giorni. "Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani, incidendo sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali - spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dello Iep - Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico". L'analisi evidenzia forti collegamenti tra l’ecoansia e un maggiore disagio psicologico generale, evidente non solo tra i giovani che sono stati colpiti direttamente da eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ma anche tra coloro che possiedono semplicemente una consapevolezza della minaccia climatica. Particolarmente colpiti risultano i giovani che vivono al Sud e nelle Isole, i quali presentano in media sia più preoccupazione per gli effetti della crisi climatica, sia in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come ad esempio insoddisfazione, ruminazione e ansia. Dall’analisi emerge che l'impatto del cambiamento climatico sul disagio psicologico è prevalentemente indiretto ed è mediato da tre fattori psicologici: l'ecoansia, il pessimismo nei confronti del futuro e, soprattutto, la mancanza di scopo nella vita. L’analisi delle risposte conferma la presenza diffusa di forte sfiducia, rabbia e frustrazione, sentimenti che sembrano prevalere nettamente sulla percezione della propria capacità individuale di poter contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici. "L’emergenza climatica incide drasticamente sulla nostra vita, con impatti ambientali già molto visibili. Questa indagine mostra che è anche una questione di salute mentale, che non possiamo continuare a ignorare - dichiara Simona Abbate della campagna Clima di Greenpeace Italia - Chiediamo al governo di riaccendere la speranza nel futuro agendo contro le cause della crisi climatica e facendo pagare ai suoi principali responsabili, le aziende del gas e del petrolio, i danni che stanno causando con le loro emissioni, oltre a garantire un supporto concreto alla salute delle persone, inclusa quella mentale, minacciata dagli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici".