INFORMAZIONIGruppo Pierre Fabre spa Cosmesi, Chimica e Farmaceutica Ruolo: Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni Area: Communication Management Social Network e/o Indirizzi IM: ● ![]() Camilla Amadei |
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(Adnkronos) - “Il paradigma che abbiamo sviluppato in questa è ricerca è semplice, ma rivoluzionario. Oggi tutte le limitazioni alla circolazione sono basate sulla classe euro, sul tipo di motorizzazione quindi sul concetto di emissione media per chilometro”. Queste le parole di Sergio Savaresi, direttore del dipartimento elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano nel presentare la ricerca "Nuovo paradigma di mobilità sostenibile: le green box" da lui stesso realizzata. L'obiettivo della ricerca è sviluppare una nuova metodologia in grado di quantificare le emissioni delle auto con motore a combustione interna basandosi non solo sulla loro tecnologia (Classe Euro), ma anche sul comportamento del singolo veicolo (km percorsi, velocità, stile di guida). “Con le green box proponiamo un cambio di paradigma - aggiunge Savaresi - definiamo un budget complessivo annuo ottenibile utilizzando qualunque tipo di motorizzazione. Dipenderà quindi dalla Classe Euro che si utilizza, dalla quantità di chilometri che si fanno, dallo stile di guida e in generale dal comportamento”. Questo approccio pionieristico proposto è fondamentale per garantire una fase di transizione accurata e il più equa possibile, attribuendo una nuova e decisiva responsabilità al conducente, poiché può “misurare” direttamente l’impatto del suo stile di guida sulle emissioni, consentendo così che, se la sua guida è virtuosa, anche la sua vecchia auto non dovrà necessariamente essere dismessa nell’immediato. “Riteniamo che sia un modo molto più moderno di introdurre delle limitazioni giuste perché vogliamo andare verso emissioni sempre minori, ma rispettando il comportamento di ciascuno e lasciando la libertà a ciascuno di scegliere il proprio mix con cui ottenere questo budget”.
(Adnkronos) - “L’Italia è un Paese di imprenditori, questo rimane confermato nel Rapporto Gem, perché paragonando il numero delle imprese al numero della popolazione, l'Italia sale di classifica”. E’ quanto affermato da Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere, in occasione della presentazione del Rapporto Gem Italia 2024-2025, a cura di Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity - svoltasi a Roma, intitolato ‘L’imprenditorialità per la crescita del Paese’. “Tuttavia, il problema è che si sta rallentando la spinta verso l'imprenditorialità, con un dato positivo: questo accade di meno, o non accade, nei settori tecnologici legati, ad esempio, alle start up innovative - spiega Tripoli - Pertanto, l’Italia investe ancora laddove c'è innovazione e tecnologia da sperimentare”. “L'altro aspetto importante che il Rapporto mette in evidenza e che chiama in causa un complesso di fattori, dalla finanza, alle politiche pubbliche, alle politiche di semplificazione, su cui le Camere di commercio stanno lavorando, è che si diventa spesso imprenditori, ma non si cresce come imprese”, conclude.
(Adnkronos) - Rallentare o abbandonare il Green Deal europeo non è un’opzione: sarebbe una follia, oltre che un suicidio industriale. L’urgenza non è solo ambientale, ma anche economica e sociale: serve una transizione ecologica efficace, giusta, concreta. Una transizione che non lasci indietro nessuno - né lavoratori, né piccole imprese - e che trasformi la sfida ambientale in un’opportunità di rilancio per l’industria europea. È questo il cuore della proposta di Fondazione Ecosistemi con il Buy European and Sustainable Act (Besa) che domani, 14 maggio, darà il via al Forum Compraverde: un’iniziativa concreta, pragmatica e fondata sui dati, che mira a trasformare la spesa pubblica europea in un motore di decarbonizzazione, innovazione industriale e occupazione verde. Gli appalti pubblici rappresentano circa il 15% del Pil europeo. Integrare criteri ambientali vincolanti nei bandi pubblici - il cosiddetto Green Public Procurement (Gpp) - significa influenzare in modo determinante le scelte del mercato, orientando la produzione verso beni e servizi più sostenibili, locali e innovativi. Secondo uno studio di una rete di organizzazioni internazionali sostenute da European Cimate Foundation, tra cui Fondazione Ecosistemi, l’adozione su larga scala del Besa in Italia potrebbe: tagliare ogni anno 2,2 milioni di tonnellate di CO2, rilocalizzare 8 miliardi di euro verso attività industriali virtuose, creare oltre 31mila nuovi posti di lavoro a basso impatto ambientale. L’Italia è stato il primo Paese in Europa a rendere obbligatori i Cam - Criteri Ambientali Minimi negli appalti pubblici (dal 2016). Oggi, oltre il 60% delle stazioni appaltanti li applica e la conoscenza del Gpp è quasi universale. Ma, come sottolinea Fondazione Ecosistemi, "serve passare dai principi generali ai numeri: soglie emissive misurabili, contenuto europeo minimo nei beni acquistati, criteri geografici e ambientali chiari". Per rafforzare il ruolo dell’Italia in Europa e costruire una base solida di evidenze, Fondazione Ecosistemi lancia la Rete delle Pubbliche Amministrazioni per il Besa che avrà due obiettivi fondamentali: condividere esperienze e buone pratiche tra enti pubblici italiani ed europei, raccogliere dati misurabili sull’impatto del Gpp in termini economici; ambientali e occupazionali, oggi ancora raccolti in modo frammentario e non confrontabile. “Solo se possiamo misurare il cambiamento, possiamo difenderlo e ampliarlo - sottolinea Silvano Falocco, direttore di Fondazione Ecosistemi - Servono numeri per incidere nel negoziato europeo e dimostrare che una transizione equa è già possibile. Il Buy European and Sustainable Act non è un esercizio teorico. È uno strumento operativo, pensato per affrontare le debolezze del sistema europeo di rendicontazione - oggi composto da oltre 1.100 voci, spesso troppo complesse per Pmi e Pa - e per dare risposte tangibili a cittadini, imprese e territori. L’Italia ha già mostrato di poter essere un laboratorio avanzato di transizione. Ora deve diventare voce guida in Europa, superando la retorica e offrendo soluzioni che siano realistiche, eque e ambiziose”.