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(Adnkronos) - Con l’elezione del nuovo Papa, Leone XIV, torna in auge la tradizione tutta italiana di affidarsi alla Smorfia napoletana per tentare la sorte al Lotto e al SuperEnalotto. Molti appassionati stanno infatti puntando su una combinazione di numeri ispirata alla figura del nuovo Pontefice, con la speranza di replicare un colpo grosso come quello avvenuto esattamente vent’anni fa. La cinquina simbolica prende forma a partire dal 32, numero che nella Smorfia rappresenta proprio “il Papa”. A questo si aggiungono il 14, l’11 e il 55, ovvero la data di nascita del nuovo Pontefice (14 novembre 1955), e infine il 69, corrispondente alla sua età attuale. La ruota indicata dalla Smorfia è quella di Roma, ma non manca chi decide di estenderla a tutte le ruote. I premi potenziali restano comunque molto allettanti: un ambo vale 25 volte la posta, il terno arriva a 450, una quaterna può fruttare 24.000 volte l’importo puntato, mentre una cinquina secca garantisce 6 milioni di volte la somma puntata. In caso di successo su Tutte, i suddetti premi andranno divisi per 10. Alcuni giocatori aggiungono anche l’89, il numero che rappresenta l’America nella Smorfia, in omaggio alla nazionalità del nuovo Papa, arrivando così a sei estratti validi da giocare al SuperEnalotto. Il clima di attesa e speranza richiama alla memoria quanto accadde il 27 aprile 2005, all’indomani della morte di Giovanni Paolo II, quando un giocatore di Surbo, in provincia di Lecce, centrò - sottolinea Agimeg - una cinquina da oltre 3 milioni di euro. Anche in quel caso i numeri 2-19-26-78-85 erano stati scelti con criteri simbolici: 2, il giorno della sua morte (2 aprile), 19 e 78, l’anno in cui Giovanni Paolo II divenne Papa, 26, gli anni di durata del suo pontificato e 85, l’età al momento della morte.
(Adnkronos) - "Alla notizia dell'elezione del nuovo Papa sono rimasta sorpresa e il mio cuore si è riempito di speranza, anche perché mi è capitato di incontrarlo quando era priore generale degli Agostiniani. Vedendo la manifestazione di gioia dei giovani in piazza all'elezione del Papa mi ha fatto pensare che proprio i giovani hanno bisogno di una guida spirituale che li possa condurre in questo mondo, come si dice, spesso contraddittorio, difficile, opaco, rugoso. Quindi ripensando alla visione di questi ragazzi, che ho visto in piazza San Pietro, mi sembra di individuare un certo desiderio di coltivare una speranza che proprio la Chiesa ha il compito di dare ai giovani, perché non solo le certezze interiori, ma anche una sicurezza, dal punto di vista proprio relazionale con le persone e con il mondo". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia, Laura Patrioli, che ha prestato servizio per circa 40 anni nella scuola statale di ogni ordine e grado, e negli ultimi anni di carriera è stata dirigente scolastico prima a Milano e poi a Roma all'Istituto comprensivo Carlo Forlanini, una carriera vissuta sempre con lo spirito agostiniano. "Ho avuto l'impressione positiva - sottolinea - che questo Papa che sorride sia molto colloquiale e che apra uno spazio nuovo per i giovani, come se possa realizzare le loro speranze e anche il desiderio di essere amati, accolti dalle persone". "Come insegnante e poi anche come preside - afferma Laura Patrioli - ho individuato la possibilità per i ragazzi di dare voce ai loro sentimenti. Spesso si dice infatti che hanno bisogno di essere ascoltati, ecco io credo che questa è la nuova missione di questo Papa che essendo missionario sa quanto sia importante che i giovani possano inaugurare un nuovo cammino, come se, dietro ogni loro desiderio di felicità e di bene, ci siano infinite strade che coincidono con le strade che portano a Cristo".
(Adnkronos) - “In Italia abbiamo una normativa molto evoluta in tema di luce naturale che però al tempo stesso non viene applicata in fase sia progettuale che approvativa. Di conseguenza abbiamo attivato un progetto di ricerca con La Sapienza Università degli Studi di Roma. La luce zenitale è il modo per velocizzare il raggiungimento delle soglie minime di salubrità attraverso la luce naturale". Così Lorenzo Di Francesco, Public Affairs Manager Velux Italia, in occasione del seminario 'Costruire il benessere, il ruolo della luce naturale e della luce zenitale nell’edilizia' presso il Senato della Repubblica a Roma. "Se si fa ricorso soltanto alla luce naturale bisogna essere un po' più creativi. Certamente la luce zenitale è una cosa che riguarda le parti alte degli edifici però con la nuova edilizia, anche europea, e con la direttiva 'Case Green', si parla di una revisione del testo unico dell'edilizia, che potrebbe portare a una revisione delle prassi progettuali con più luce zenitale. In ogni caso, riuscire a risolvere il tema del rispetto delle soglie minime di luce naturale, automaticamente migliorerebbe anche il ricorso alla luce zenitale”, chiarisce. “Non è sufficiente costruire edifici energeticamente efficienti, come stiamo imparando a fare, se poi però manca un altro tassello dell'evoluzione, ovvero un'edilizia pensata per le persone che ci devono abitare, studiare o lavorare. Non ci si può soltanto soffermare sul calcolo termotecnico. Anche a livello legislativo c'è stata una grande evoluzione in termini di certificazioni energetiche, forse sarebbe anche il caso di integrare queste certificazioni energetiche con certificazioni di salubrità che valutano, misurano e monitorano nel tempo anche la qualità degli ambienti interni”, conclude.