(Adnkronos) - Il burraco è solo un gioco. Ignazio La Russa, presidente del Senato, porta avanti la 'riforma' del celeberrimo gioco, troppo spesso condito da liti e tensioni. "La mia rra una uscita ironica, uno scherzo, ma vedo che è diventata una cosa seria...", dice il presidente del Senato a 'Un giorno da pecora, su Rai Radio 1, tornando sulla sua proposta di introdurre un "burraco friendly" perché "oltre a quello serio dove vedo un po' tutti arrabbiati, serve un gioco meno competitivo, più amichevole". Il presidente del Senato ci tiene a "chiarire": "Non voglio cambiare le regole attuali, ma voglio aggiungerne delle altre, perché quando si gioca a burraco vorrei si recuperasse la voglia di stare insieme. Il concetto base era: cerchiamo di considerarlo un gioco e non uno sport competitivo. Poi, chi vuole considerarlo uno sport dove competere, continui pure a farlo" ma bisogna dare la possibilità a chi non è d'accordo a "giocare solo per divertirsi''. La Russa precisa che "non vuole provocare uno scisma vero e proprio, ma fare una cosa tipo l'Inter che nacque da una costola del Milan... So che Scandroglio ha aperto una mail dove proporrà un nuovo regolamento tenendo conto della mia proposta. Io non aderirò ma chi vuole può farlo..". L'ex ministro della Difesa del governo Berlusconi spiega di "non giocare mai in coppia con la moglie", altrimenti finisce per litigare perché lui "si distrae". E rivela di aver giocato una partita, invece, con Giorgia Meloni ma risale a oltre due anni fa: "L'ultima volta che ho giocato con la Meloni erano i primissimi giorni della legislatura...". Il presidente del Senato confida che la "Santanchè gioca spesso a burraco, in coppia con il compagno: sono molto bravi...".
(Adnkronos) - Aprono questa settimana le iscrizioni all’accademia 2025 di Sonepar Italia, il percorso formativo giunto alla ventunesima edizione che offre l’opportunità di un impiego a tempo indeterminato in una delle 170 filiali del principale distributore di materiale elettrico in Italia. Il processo di selezione, gestito dal partner Randstad Italia - talent company leader nel settore hr - avverrà sulla base delle candidature ricevute entro il 24 febbraio all’indirizzo carriere.italia@sonepar.it. È richiesto il diploma ma non è necessario che il background formativo dei candidati sia tecnico o scientifico, né sono richieste precedenti esperienze nel settore. I profili selezionati avranno la possibilità di svolgere due settimane di didattica in aula a Padova tra il 17 e il 28 marzo. Al termine di questa fase potranno già essere inseriti nello staff di uno store Sonepar, beneficiando poi a maggio di ulteriori tre settimane di formazione che saranno utili a consolidare le conoscenze sviluppate e ad approfondire le procedure aziendali. “L’accademia di Sonepar Italia si conferma un canale privilegiato per l’inserimento di nuove risorse nel nostro organico, nonché uno strumento fondamentale per favorire la crescita professionale dei nostri addetti e, in particolare, dei profili junior e delle donne” dichiara Donato Fiore, vp human resources Sonepar Italia. “Dal 2018 - ricorda il dott. Fiore - anno in cui il format dell’accademia prima limitato al territorio veneto è stato esteso a livello nazionale, abbiamo formato 163 partecipanti, molti dei quali non avevano un profilo tecnico. Nelle ultime quattro edizioni abbiamo registrato un tasso di inserimento del 100%, impiegando nella nostra rete vendita 37 donne e 41 uomini. Tra i nostri obiettivi rimane prioritario quello del bilanciamento tra i generi nella popolazione aziendale, in linea con i nostri principi di inclusività, per questo puntiamo a favorire una partecipazione sempre maggiore di donne al percorso d’inserimento dell’accademia”. L’impegno di Sonepar Italia sul fronte della parità di genere ha già consentito all’azienda di conseguire la certificazione UNI/PdR 125 sulla gender equality. L’azienda ha inoltre avviato un innovativo progetto di coaching dedicato alle donne manager ed è impegnata nello sviluppo di strumenti e pratiche utili a supportare la genitorialità e a favorire il rientro a lavoro delle madri. “Con entusiasmo - afferma Olga Abati, commercial manager Randstad -siamo pronti ad affiancare nuovamente Sonepar Italia in un’iniziativa che si fonda su valori e obiettivi condivisi dalla nostra azienda. Il progetto accademia, infatti, rappresenta un esempio concreto di come poter rispondere in modo mirato, attraverso la promozione di un percorso formativo specializzante, alle specifiche esigenze di un business e del territorio, continuando a contribuire ad un’efficace valorizzazione di tutti i talenti, per un mondo del lavoro equo e di pari opportunità”. Da questa settimana fino al 24 febbraio è possibile presentare la candidatura per partecipare all’accademia Sonepar Italia inviando una mail con curriculum vitae all’indirizzo: carriere.italia@sonepar.it. Il percorso di selezione, gestito da Randstad Italia, è aperto a diplomate e diplomati non necessariamente provenienti da un percorso formativo di una scuola tecnica o con conoscenze pregresse nel settore. Il progetto prevede un corso in aula che si svolgerà a Padova nella sede dell’azienda tra il 17 e il 28 marzo e che fornirà competenze tecniche base. I partecipanti inizieranno poi il loro percorso aziendale partendo dai punti vendita, dove saranno inseriti con contratto di somministrazione Randstad e mansione di 'addetto alle vendite'. Un secondo blocco di formazione verrà erogato sempre nella sede padovana dell’azienda dal 5 al 23 maggio. La didattica si focalizzerà sull’acquisizione delle basi di elettrotecnica con numerosi approfondimenti tecnici. Gli argomenti del corso sono: cenni sull'illuminotecnica, illuminazione civile e industriale, conoscenze in ambito fotovoltaico, impianti di condizionamento, sistemi di cablaggio, controllo e automazione industriale, domotica, antennistica digitale e satellitare, sistemi di fissaggio. I corsisti verranno anche formati sugli applicativi informatici Sonepar: Sap, Salesforce e piattaforma e-commerce, tecniche di vendita, team working e sicurezza sul lavoro. Le lezioni si terranno in azienda nei giorni lavorativi, da lunedì a venerdì, per 8 ore al giorno; la sede di Sonepar Italia si trova a Padova in Riviera Maestri del Lavoro, 24. Durante questo periodo saranno riconosciuti: pranzo per tutti e alloggio per i fuori sede (residenti in luoghi distanti oltre 100 km da Padova).
(Adnkronos) - A Ravenna il primo progetto CCS-Carbon Capture and Storage in Italia. Ovvero il processo che attraverso cattura, trasporto e stoccaggio della CO2 ha come obiettivo la decarbonizzazione delle industrie, in particolare dei settori cosiddetti ‘hard to abate’, evitando l’emissione in atmosfera di importanti quantità di anidride carbonica. Negli scenari Iea, la CCS e la Cdr-Carbon Dioxide Removal (processo di rimozione attiva dell’anidride carbonica dall’atmosfera che comprende soluzioni tecnologiche e basate sulla natura) contribuiranno a una riduzione dell’8% delle emissioni di CO2 globali tra il 2020 e il 2050. A sua volta, The European House-Ambrosetti stima che elettrificazione, efficienza energetica, bioenergie, idrogeno e variazione delle materie prime potranno, utilizzate insieme, contribuire a una riduzione non superiore al 52% di tali emissioni. Per poter decarbonizzare il restante 48%, pari a 30,8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, sarà dunque necessario ricorrere a soluzioni CCS. (AUDIO) Ma in cosa consistono queste soluzioni? La prima fase è quella della cattura, durante la quale l’anidride carbonica viene separata dagli altri gas con i quali è mescolata, ad esempio in seguito ad un processo di combustione. Una volta separata dagli altri gas, la CO2 viene compressa per permetterne il trasporto, solitamente tramite condotte ma anche via mare (nave) o via terra (trasporto su gomma o ferroviario). A questo punto può essere utilizzata per usi industriali, come ad esempio nella produzione di materiale cementizio o di biomassa per l’industria alimentare, e si parla allora di CCU (Carbon Capture and Utilization), oppure stoccata all’interno di formazioni geologiche sotterranee, come per esempio i giacimenti di idrocarburi esauriti o acquiferi salini: in questo caso si parla quindi di CCS (Carbon Capture and Storage). “La fase 1 del progetto Ravenna CCS è stata avviata ad agosto 2024; è il primo progetto di questo tipo operativo in Italia e uno dei primi della nuova generazione in Europa. È un progetto articolato in più fasi ed entro il 2030 raggiungeremo la capacità di iniezione di 4 milioni di tonnellate all'anno. Ravenna CCS contribuirà in modo determinante alla decarbonizzazione dell'industria sia italiana che europea, candidandosi a diventare l'hub di riferimento per il sud Europa e per il Mediterraneo”, spiega Roberto Ferrario, responsabile Soluzioni Innovative di CCUS di Eni. Il progetto, nato da una Joint Venture paritetica Eni-Snam e operato da Eni, si esplica mediante la conversione dei giacimenti esausti di gas, operati da Eni, situati nell’alto Mar Adriatico. L’hub di Ravenna diventerà il sito di riferimento del Mediterraneo per lo stoccaggio permanente della CO2 con una capacità totale ad oggi valutata in oltre 500 milioni di tonnellate. La Fase 1 è partita nell’agosto del 2024 con l’iniezione ai fini dello stoccaggio permanente nel giacimento esausto di gas di Porto Corsini Mare Ovest, al largo di Ravenna, di circa 25mila tonnellate all'anno di CO2, catturate dalla centrale a gas Eni di Casal Borsetti. La successiva fase industriale permetterà alle industrie energivore interessate di catturare e stoccare la loro CO2: entro il 2030 sarà possibile raggiungere una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno; successivamente ulteriori espansioni potranno portare i volumi a più di 16 milioni di tonnellate di CO2, in base alle richieste provenienti dal mercato. Snam ha promosso, in collaborazione con Eni e con Confindustria, un’indagine sul potenziale mercato della CCS, per individuare gli emettitori potenzialmente interessati al progetto e a conoscerne le esigenze: sono state raccolte manifestazioni di interesse non vincolante da parte di 61 aziende, per un totale di 172 siti industriali sul territorio italiano. I volumi di CO2 per cui è stato espresso interesse al trasporto e allo stoccaggio nel sito sono pari a 27 Mton/anno al 2030 e 34 Mton/anno al 2040. Un interesse che va anche oltre confine. ‘Ravenna CCS’ è parte, infatti, del progetto Callisto (Carbon LIquefaction transportation and STOrage) Mediterranean CO2 che mira a realizzare il più grande network nel Mediterraneo per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio di CO2 offrendo una soluzione di decarbonizzazione dei distretti industriali di Ravenna, Ferrara, Porto Marghera, oltre a Fos sur Mer (Marsiglia) e Valle del Rodano in Francia. Secondo lo Studio Strategico ‘Carbon Capture and Storage: una leva strategica per la decarbonizzazione e la competitività industriale’ realizzato nel 2023 da The European House - Ambrosetti, l’utilizzo della CCS contribuirà a preservare la competitività dei settori hard to abate in Italia (acciaierie, cementifici, chimica, carta, vetro, ecc...), che rappresentano 94 miliardi di euro di Valore Aggiunto (5% del Pil italiano, dato 2021) e 1,25 milioni di occupati (4,5% della forza lavoro nazionale, dato 2021) e che, al contempo, emettono 63,7 milioni di tonnellate di CO2, di cui il 22% connesse intrinsecamente al processo produttivo e che non sono, quindi, evitabili attraverso l’elettrificazione. Settori che sono fondamentali per le nostre economie e per la società in generale e che in Italia sono responsabili di oltre il 60% delle emissioni di gas serra dell’industria e del 13% circa del totale nazionale. La CCUS nel mondo. Ai due progetti di CCS già operativi da molti anni in Norvegia (Sleipner dal 1996 e Snohvit dal 2008) oggi se ne sono aggiunti molti altri in via di sviluppo. Tra questi, il progetto Northern Lights, sempre in Norvegia, che a partire dal 2025 stoccherà sotto il Mare del Nord progressivamente fino a circa 5 milioni di tonnellate di emissioni l’anno, provenienti da numerosi emettitori del Nord Europa. In Danimarca è in fase avanzata il progetto Greensand, con avvio previsto nello stesso anno, mentre in Olanda sono in via di sviluppo il Progetto Porthos nell’area del porto di Rotterdam ed il progetto Aramis. Il Regno Unito punta a sviluppare 4 hub di cattura entro il 2030 mentre numerosi altri progetti stanno nascendo in Europa anche grazie al sostegno dei fondi comunitari. La strategia di Eni verso la neutralità carbonica è articolata in un piano di trasformazione industriale che si basa su più soluzioni. La CCUS è una di queste, assieme a rinnovabili, biocarburanti, efficienza energetica, un mix energetico che privilegi le fonti meno emissive come il gas in sostituzione di carbone e petrolio, vettori ‘low-zero carbon’ e carbon offset per quelle emissioni residuali che non si riusciranno ad evitare. Eni è già partner del progetto Sleipner in Norvegia. In UK, Eni è partner del progetto HyNet North West che prevede la trasformazione del distretto industriale nell’area della Liverpool Bay sulla costa nord-occidentale nel primo cluster a basse emissioni di anidride carbonica al mondo.