(Adnkronos) - Sui dazi "c'è il 50% di possibilità di raggiungere accordo con l'Ue". Lo ha affermato il presidente americano Donald Trump, parlando ai giornalisti alla Casa Bianca, poco prima della sua partenza per la Scozia. Le possibilità di trovare un accordo con Bruxelles sono "forse anche meno" del 50%, ha precisato Trump, ricordando tuttavia come anche con il Giappone riteneva di avere un 25% di possibilità finché Tokyo non si è "aperta completamente agli Stati Uniti". Quanto all'auspicata pace nel conflitto israelo-palestinese, il presidente americano dice che "Hamas non voleva veramente raggiungere un accordo". Parole che riecheggiano quanto precedentemente detto dall'inviato in Medio Oriente Steve Witkoff, che aveva sottolineato una "mancanza di desiderio di raggiungere un cessate il fuoco" a Gaza da parte di Hamas. "Ho parlato con Netanyahu, ma non posso dirvi di cosa" aggiunge Trump, limitandosi a definire il colloquio "un po' deludente". A proposito dell'annuncio di Macron sul riconoscimento dello Stato di Palestina il prossimo settembre, Trump ha definito il presidente francese "una brava persona, che mi piace e fa il gioco di squadra, ma la buona notizia è che quello che dice non conta". "Non posso parlare di grazia, c'è un'inchiesta in corso" ha detto Trump rispondendo a una domanda su un possibile atto di clemenza per Ghislaine Maxwell, l'ex partner e complice di Jeffrey Epstein che sta scontando una condanna a 20 anni di prigione per traffico sessuale di minorenni. Ieri il vice ministro della Giustizia, Todd Blanche, ha iniziato ad ascoltare la donna e l'interrogatorio continuerà anche oggi. Il presidente americano Donald Trump è in partenza per la Scozia per una visita di quattro giorni che lo porterà nei suoi resort di Turnberry e Aberdeen e includerà un incontro con il premier britannico Keir Starmer. La Casa Bianca ha definito il viaggio una "visita di lavoro", ma il programma prevede anche impegni legati a interessi imprenditoriali del presidente, tra cui l'inaugurazione di un nuovo campo da golf intitolato alla madre, Mary Anne MacLeod, originaria dell'isola di Lewis. Trump incontrerà Starmer "probabilmente in una delle sue proprietà", ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt, per discutere l'intesa commerciale firmata a giugno al G7 in Canada. L’accordo prevede la riduzione delle tariffe sulle auto britanniche e l’accesso agevolato per alcuni prodotti in acciaio e alluminio, a condizione che siano prodotti nel Regno Unito e non importati dalla Cina. Restano nodi aperti come la tassa sui servizi digitali, che Washington chiede di eliminare. Durante il soggiorno, Trump incontrerà anche il primo ministro scozzese John Swinney. Le associazioni imprenditoriali, tra cui i produttori di whisky, auspicano - secondo Bbc - che la visita possa servire a ottenere nuove concessioni tariffarie per l’export scozzese verso gli Stati Uniti. L’agenda non include incontri con Re Carlo III, che riceverà ufficialmente il presidente e la First Lady Melania Trump in occasione della visita di Stato prevista per settembre. Sul piano della sicurezza, l'operazione messa in campo è imponente. Sono stati rafforzati i controlli negli aeroporti di Aberdeen e Prestwick con zone di volo limitate e strade chiuse nei pressi dei resort. Per sabato 26 luglio sono previste, inoltre, manifestazioni di protesta ad Aberdeen e Edimburgo, organizzate dal collettivo "Stop Trump". La visita avviene a pochi giorni dall’entrata in vigore di nuovi dazi americani fino al 50% su decine di Paesi, inclusi Canada, Messico e Unione Europea, mentre il Regno Unito resta tra i pochi partner ad aver concluso un’intesa commerciale bilaterale con Washington. Il viaggio coincide inoltre con l’apertura del secondo campo da golf Trump a Menie, un progetto contestato in passato per l’impatto ambientale e per le polemiche con i residenti locali.
(Adnkronos) - Si è svolto questa mattina a Roma, presso la sede di via del Nazareno, l’incontro tra ProfessionItaliane e il Partito Democratico per discutere dell’impatto economico e occupazionale generato dal sistema ordinistico e dell’importanza di incentivare il ruolo sussidiario delle professioni per continuare a garantire la tutela della fede pubblica e fornire ai cittadini servizi efficienti e qualificati. Nel corso del confronto, a cui ha partecipato la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein; la responsabile per Pa, Professioni e Innovazione del Pd, Stefania Bonaldi; e il capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga, ProfessionItaliane ha messo in evidenza la necessità di avviare una riforma degli ordinamenti professionali che porti ad un ammodernamento dell’intero sistema ordinistico e, in particolare, ad una maggiore armonizzazione delle regole riguardanti la formazione continua, il tirocinio, l’accesso alla professione e i procedimenti disciplinari. In tema di formazione i 23 ordini e collegi professionali che compongono l’Associazione hanno chiesto di sostenere maggiormente l’accesso dei giovani laureati al sistema ordinistico, anche rafforzando il collegamento con il mondo accademico, così da favorire percorsi di lavoro autonomo che siano basati sulla valorizzazione delle competenze, il rispetto delle regole e dell’etica professionale, ma anche capaci di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze dettate dalle transizioni in atto. “Questo è uno degli incontri che abbiamo voluto organizzare con tutte le forze politiche per porre al centro il tema del valore degli Ordini professionali e le loro competenze trasversali. Abbiamo avuto così l’opportunità di rappresentare le esigenze del mondo ordinistico, nonché le istanze e le specificità delle singole professioni”, ha dichiarato il presidente di ProfessionItaliane, Rosario De Luca. “Un incontro molto proficuo e importante anche per noi per cogliere la varietà e le specificità degli ordini che ProfessionItaliane rappresenta”, ha sottolineato Elly Schlein, segretaria del Pd. “Siamo pronti a dialogare e confrontarci sulle proposte per un ammodernamento del sistema ordinistico, tracciando obiettivi e principi comuni, sui quali si può provare a intervenire con la nostra attività parlamentare, salvaguardando le specificità e le esigenze dei singoli ordini professionali”, ha concluso.
(Adnkronos) - “Oggi presentiamo un esempio di ricerca universitaria molto avanzata e già molto vicina a una sperimentazione su strada reale. È qualcosa di potenzialmente pronto per un servizio, ma bisogna fare un grande salto. Lo deve fare l'Italia, lo deve fare l'Europa: trasformare questi bei progetti molto avanzati di ricerca e sviluppo, in progetti industriali imprenditoriali”. Così Sergio Matteo Savaresi, professore e direttore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, alla presentazione del progetto ‘Sharing for Caring’, a Darfo Boario Terme (Bs). Si tratta di ‘Robo-caring’, il primo prototipo italiano di mobilità autonoma - una Fiat 500 elettrica sviluppata all’interno del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, dal Politecnico di Milano - pensato per persone anziane e con fragilità. Il progetto gode del sostegno di Fondazione Ico Falck e Fondazione Politecnico di Milano, e della collaborazione di Cisco Italia come partner tecnologico. Un'innovazione che si basa su “una tecnologia estremamente complessa che richiede tante risorse economiche - sottolinea il professore - Stiamo provando a trasformare questo bellissimo progetto di ricerca in un grosso progetto imprenditoriale per dare all'Italia e all'Europa la chance di avere questa tecnologia che oggi, di fatto ha solo la Cina e gli Stati Uniti”. Ma per cogliere questa opportunità Italia ed Europa “devono fare un salto”, si diceva. Per farlo servono grosse risorse economiche da impiegare nella trasformazione di una tecnologia estremamente complessa in un servizio disponibile ai cittadini. Ma non solo. “Serve uno sblocco normativo che rimuova la necessità di avere il safety-driver a bordo, oggi obbligatorio per fare questa sperimentazione (Decreto Ministeriale 70 del 2018 ‘Smart Road’ ndr.) - evidenzia Savaresi - Le due cose dovrebbero avvenire idealmente insieme: quando la tecnologia è stata messa completamente a punto da un'entità industriale imprenditoriale, serve lo sblocco normativo”, suggerisce. Il prototipo presentato a Darfo Boario è l'espressione di un futuro imminente. Ma viene da chiedersi: quando vedremo davvero sulle strade italiane un veicolo a guida autonoma senza safety-driver? “Perché la messa a punto industriale e lo sbocco normativo arrivino a compimento prevediamo dai 2 ai 4 anni”, stima Savaresi.