(Adnkronos) - Si sono conclusi dopo otto ore di esibito ottimismo, con una dichiarazione congiunta che apre la strada alla prima tregua nei combattimenti tra Ucraina e Russia dall'inizio della guerra più di tre anni fa, i negoziati a porte chiuse a Gedda fra Stati Uniti e Kiev, il primo contatto bilaterale di alto livello dopo il disastroso incontro in diretta tv del 28 febbraio scorso fra Volodymyr Zelensky e Donald Trump nello Studio ovale della Casa Bianca. Le delegazioni riunite in una sala del Ritz-Carlton della città saudita, hanno concordato - Kiev ha accolto la proposta Usa - una tregua di 30 giorni "immediata, ad interim che possa essere estesa con un accordo delle parti e che è soggetta all'accettazione e all'attuazione da parte della Federazione russa" nella guerra iniziata con l'invasione delle forze russe il 24 febbraio del 2022. Gli Stati Uniti si sono impegnati a sollevare "immediatamente" la sospensione degli aiuti militari e della condivisione di informazioni di intelligence varata da Donald Trump sulla scia dello scontro con Zelensky. Nessun accordo invece tra Ucraina e Stati Uniti sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, che le parti tuttavia si sono impegnate a definire "il prima possibile". La parola spetta ora alla Russia e a Vladimir Putin. Stati Uniti e Ucraina hanno fatto "un passo positivo" ai colloqui di oggi a Gedda, ora gli americani "porteranno questa offerta" ai russi e "la palla è nelle loro mani", ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Nella dichiarazione congiunta si precisa infatti che gli "Stati Uniti comunicheranno alla Russia che la reciprocità della Russia (alla disponibilità di Kiev a una tregua, ndr) è la chiave per raggiungere la pace". Una fonte del sito di notizie Usa Axios già in mattinata spiegava che giovedì è atteso a Mosca il super negoziatore di Trump, Steve Witkoff, che formalmente è inviato speciale per il Medio Oriente ma che si è inserito nel dossier russo con una missione a sorpresa a Mosca il mese scorso, grazie agli uffici di Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti e ora anche inviato del Cremlino per gli investimenti all'estero. Witkoff, secondo Axios, incontrerà nuovamente Vladimir Putin, dopo il lungo colloquio di metà febbraio che aveva reso possibile la scarcerazione dell'americano Marc Fogel e in seguito la telefonata fra Putin e Trump. Il Cremlino non aveva voluto commentare mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, aveva detto che "i contatti bilaterali con gli Usa sono attualmente piuttosto intensi, il loro livello e i loro formati vengono spesso concordati molto rapidamente". I colloqui iniziati a Gedda mezzogiorno di ieri (ora locale) sono stati preceduti dagli attacchi aerei più massicci lanciati dalle forze di Kiev contro Mosca dall'inizio della guerra, come ha ammesso il sindaco della città Sergei Sobyanin - per dimostrare forse agli interlocutori americani le capacità di cui dispone anche senza la condivisione di informazioni di intelligence e aiuti militari da parte di Washington, passi presi da Trump dopo la lite alla casa Bianca. Almeno tre persone sono morte nella regione di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha reso noto l'abbattimento di 337 droni ucraini. Il capo della delegazione ucraina Andriy Yermak, il potente capo di gabinetto di Zelensky alla guida della delegazione di Kiev, aveva commentato già in mattinata che l'incontro era iniziato in modo molto costruttivo. "Continuiamo a lavorare", aveva detto. Per poi pubblicare, qualche ora dopo, l'emoticon di una stretta di mano e due foto distinte delle delegazioni di Stati Uniti e Ucraina. Yermak aveva definito come obiettivi delle trattative la "protezione degli interessi ucraini" e "una visione chiara per terminare la guerra". "Una tregua nella guerra in corso da tre anni che la Russia ha provocato contro il mio Paese non è mai sembrata così vicina", aveva scritto in un commento pubblicato dal Guardian. E quando a Gedda si avvicinano le nove di sera, e i colloqui stavano per concludersi, Rubio aveva fatto sapere tramite la sua portavoce Tammy Bruce di essere "molto ottimista" sull'esito. "Quella di oggi è stata una giornata elettrizzante, che potrebbe significare molto per tutto il mondo". Quindi il via libera di Kiev e la dichiarazione congiunta. Nei colloqui, "c'è stata una proposta da parte americana per compiere subito il primo passo e provare a stabilire un cessate il fuoco completo per 30 giorni, non solo per quanto riguarda missili, droni e bombe e non solo nel Mar Nero, ma anche lungo l'intera linea del fronte", le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la nota congiunta. "L'Ucraina accetta questa proposta, la consideriamo positiva, siamo pronti a fare un passo del genere. Gli Stati Uniti d'America devono convincere la Russia a farlo. Noi siamo d'accordo e se i russi sono d'accordo" la tregua "funzionerà", la promessa del leader ucraino. Da parte sua, Donald Trump ha risposto alle domande dei cronisti sull'accordo nel cortile della Casa Bianca. "Speriamo che il presidente Putin sia d'accordo e si possa mettere fine alla guerra che provoca 2-3mila morti a settimana", ha detto. "L'Ucraina ha detto sì ad un cessate il fuoco completo, speriamo che la Russia accetti la proposta", ha aggiunto. Inviterà di nuovo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, dopo l'incontro di 2 settimane fa degenerato in una lite? "Sicuramente". Quindi Trump ha annunciato che parlerà con il presidente russo Vladimir Putin "questa settimana" nella speranza di vedere un "cessate il fuoco totale nei prossimi giorni". Ma "per ballare il tango bisogna essere in due". Se dal Cremlino si attende intanto una risposta ufficiale, come russi "non escludiamo contatti con i rappresentanti degli Stati Uniti nei prossimi giorni", ha intanto dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all'agenzia di stampa Ria Novosti dopo le parole di Trump.
(Adnkronos) - Il ciclo 'Career Connections' di UniMarconi si arricchisce con un nuovo appuntamento, interamente dedicato a esplorare le opportunità e le strategie professionali di una realtà d’eccellenza: Kpmg. L'evento si terrà il prossimi 12 marzo dalle 17 alle 18 alla Terrazza Prati, in via Plinio 44 a Roma. Con l'appuntamento si punta a scoprire da vicino come Kpmg, leader mondiale nella consulenza e nell’analisi forense, stia rivoluzionando il modo di affrontare le sfide del mercato del lavoro. L’evento è aperto a tutti e l’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming. Ospiti previsti Daniele Ianniello, associate partner, Kpmg forensic services; Alessandra Viscosi – talent attraction specialist. Il programma dell'evento prevede l'approfondimento di temi come le nuove sfide del mercato del lavoro e le competenze richieste; le strategie vincenti di Kpmg nel settore della consulenza e dell’analisi forense; come ottimizzare il proprio profilo professionale per accedere a opportunità di carriera; sessione q&a con i partecipanti. 'Career Connections' è un ciclo di incontri progettato per fornire agli studenti e ai neolaureati strumenti pratici e conoscenze indispensabili per affrontare con successo il mercato del lavoro moderno. Organizzato da UniMarconi in collaborazione con aziende leader, il programma propone eventi bimestrali dedicati alle tendenze del mercato, alla formazione su competenze specifiche e al networking professionale. Ogni evento accoglierà manager e professionisti di spicco provenienti da aziende leader, che condivideranno esperienze e consigli pratici per orientare i partecipanti al meglio nel loro percorso professionale. Tra gli obiettivi del progetto: orientamento e analisi del mercato del lavoro; offrire una visione chiara delle principali tendenze e delle sfide future; sviluppo di competenze chiave; fornire strumenti tecnici e trasversali indispensabili per il successo professionale; costruzione di reti di contatti; promuovere il networking con professionisti e aziende. Gli incontri si terranno ogni due mesi, dalle 17:00 alle 18:00, sia in presenza che in streaming. Ogni sessione sarà focalizzata su una tematica specifica e offrirà spunti pratici grazie alla partecipazione di esperti del settore. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti gli studenti e neolaureati interessati. È necessaria la registrazione tramite form pubblicato slla pagina dei singoli eventi. Al termine di ogni incontro, i partecipanti riceveranno materiale di approfondimento e risorse utili.
(Adnkronos) - Unaprol, Consorzio olivicolo italiano, è tra i partner che hanno collaborato allo sviluppo di Novaterra, un progetto ambizioso che si propone di rivoluzionare l'olivicoltura nel bacino del Mediterraneo. L'obiettivo principale è duplice: ridurre l'impatto ambientale e incrementare la redditività per gli agricoltori. Il progetto 'Novaterra' si articola in tre strategie chiave, che sinergicamente mirano a trasformare l'approccio all'olivicoltura: protezione delle colture all'avanguardia ('Novaterra' promuove l'impiego di soluzioni di difesa innovative, privilegiando alternative naturali come bio-pesticidi, bio-controllo e coadiuvanti); smart farming per un'agricoltura di precisione, attraverso una piattaforma di agricoltura intelligente (il progetto mira a ottimizzare l'applicazione dei prodotti di protezione, riducendone l'impiego e aumentando l'efficacia); gestione del suolo e biodiversità ('Novaterra' introduce nuove strategie per la gestione del suolo, la promozione della biodiversità funzionale e l'impiego di robotica per il controllo delle infestanti). Novaterra rappresenta un'importante opportunità per il settore olivicolo mediterraneo. Grazie alla collaborazione di partner esperti e all'implementazione di strategie innovative, il progetto si propone di creare un modello di agricoltura più sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico Lo sviluppo del settore olivicolo è oggi associato a tre parole chiave: differenziazione, innovazione, in collegamento e interazione con il concetto di sostenibilità. L’aspetto della differenziazione, sebbene di grande importanza, non è esente da difficoltà dal punto di vista pratico: gli oli vanno caratterizzati e quindi resi in qualche modo riconoscibili, elemento che in Italia rappresenta un fattore di grande interesse, in considerazione del fatto che nel nostro Paese la battaglia relativa alle produzioni è stata persa da anni e che pertanto la strategia da perseguire in futuro è quella di differenziare l’olio extravergine, per renderlo il più possibile diverso dai prodotti standard ottenuti soprattutto negli altri Paesi del bacino del Mediterraneo. Per quanto riguarda le innovazioni, sono importanti se nel contempo garantiscono la sostenibilità, così come indicato dalle linee guida del Pnrr, laddove gli investimenti in agricoltura devono assicurare il rispetto del principio di sostenibilità ambientale. Tuttavia, per quanto concerne il settore in questione, questa tematica assume una certa complessità, poiché va comunque considerato che le innovazioni in campo oleario non sempre sono in linea col concetto di sostenibilità inteso, ad esempio, come riduzione delle emissioni di carbonio. Esse infatti sono spesso più energivore delle vecchie tecnologie, soprattutto se si vuole produrre stabilmente alta qualità nell’attuale contesto di grande incertezza a causa dei cambiamenti climatici e delle conseguenti problematiche ambientali. Infatti, va considerato che in termini teorici è più sostenibile un olio vergine che non un extravergine poiché si lavorano olive più mature, con un maggiore contenuto in olio e minore in acqua; non c’è bisogno delle basse temperature in frangitura o in gramolatura, ecc., se non fosse per il fatto che gli oli vergini, avendo mediamente un minore contenuto in antiossidanti naturali, sono meno stabili all’ossidazione e quindi avranno una durata di vita, nella classa di appartenenza, breve e una volta passati ad olio lampante diventeranno più energivori a causa dei costi energetici del processo di raffinazione al quale saranno soggetti. Per questo motivo, quindi, il concetto di sostenibilità deve per forza avere come riferimento, almeno in Italia, l'aspetto del mantenimento della qualità, che ha un campo d'azione sempre più ampio e che riguarda anche aspetti immateriali, relativi al racconto che può essere impostato nella comunicazione e che riguarda alcune caratteristiche (di carattere etico, ambientale, ecc.) a cui è particolarmente sensibile un consumatore evoluto. Tuttavia, anche altri Paesi produttori tradizionali di olio nel bacino del Mediterraneo sono ormai in grado di produrre una narrazione accattivante a fini commerciali. E allora la differenziazione non può che basarsi sui valori materiali del prodotto, quelli cioè in grado di fornire una misurazione oggettiva della qualità stessa (legali, salutistici, sensoriali, ecc.). Tra i valori materiali, gli aspetti legati alla sicurezza e quindi al problema della riduzione dei pesticidi sono di grande importanza anche perché in stretta relazione con le contaminazioni e quindi con il concetto di qualità. Poter garantire controlli che assicurino l’assenza di principi contaminanti causati dai residui dei trattamenti fitosanitari è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e quindi la qualità dell’olio extravergine. Su questo tema esiste una grande sensibilità a livello comunitario, e l’Ue ha istituito da alcuni anni un tavolo di discussione. Tale problematica assume un carattere di grande attualità anche alla luce dell’entrata in vigore del divieto all’utilizzo del dimetoato, un principio attivo utilizzato da oltre 40 anni per il controllo della mosca dell’olivo, senza che nel frattempo il settore industriale sia riuscito a sperimentare e mettere sul mercato nuovi principi attivi meno tossici ed efficaci in sua sostituzione. Pertanto, il vuoto creato dal divieto all’uso del dimetoato apre nuovi spazi per la ricerca, la sperimentazione e la messa in pratica di nuove strategie e metodi alternativi ai fitofarmaci di sintesi e per la loro promozione e diffusione presso gli olivicoltori, così come sta avvenendo attraverso il progetto Novaterra. Per quanto riguarda il tema della contaminazione dell’olio d’oliva, al di là del problema dei pesticidi strettamente legato alla gestione dell’oliveto, l’aspetto di maggiore attualità e preoccupazione riguarda le contaminazioni da oli minerali (Moh) appartenenti alle due tipologie principali: gli idrocarburi saturi di oli minerali (Mosh) e gli idrocarburi aromatici di oli minerali (Moah), questi ultimi presenti in minore concentrazione rispetto ai primi. Anche la contaminazione da oli minerali è di origine agronomica, essendo legata alle pratiche di raccolta ed in particolare ai prodotti utilizzati per la lubrificazione di agevolatori, scuotitori e macchine scavallatrici, che contaminano le olive e si trasferiscono all'interno dell'olio estratto. Per quanto riguarda i limiti di tolleranza, l’Ersa ha stabilito la soglia massima 2 mg/kg di contaminazione, senza che tuttavia sia stata assodata una correlazione tra la concentrazione di olio minerale nell’olio di oliva e l’impatto sulla salute umana. Infatti, in assenza di sperimentazioni in questa direzione, il valore della soglia massima corrisponde al valore minimo rilevabile in laboratorio. In termini pratici, ciò sta a significare che 1 gr di olio minerale (Moh) arriva a contaminare di 1 mg il contenuto di una tonnellata di olio, che corrispondono approssimativamente a 5 tonnellate di olive, cosicché anche contaminazioni minime possono creare problemi in questo senso. Anche su quest’ultimo aspetto, quindi, le filiere olivicole-olearie dovranno mettersi in linea per assicurare il rispetto delle norme vigenti in termini di contaminazione, a dimostrazione di quanto questa tematica sia di grande attualità per garantire la sicurezza alimentare e contribuire al perseguimento della massima qualità del prodotto finale. E' possibile seguire il progetto, unendosi alla community Novaterra sui social media o alla newsletter per gli ultimi aggiornamenti (https://www.novaterraproject.eu/; https://twitter.com/NOVATERRA19; https://www.facebook.com/NovaTerra-102038265045698; https://www.linkedin.com/company/69260667/admin/).