INFORMAZIONIArmando Pachera |
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(Adnkronos) - Il piano di decarbonizzazione del governo per l’ex Ilva è "ambizioso" e Federacciai lo saluta con "tutta la simpatia possibile", ma anche con un monito: "Per resuscitare un 'morto' non si danneggino i vivi". E’ il bilancio che fa il presidente degli industriali del settore, Antonio Gozzi, parlando con l’Adnkronos dopo l’incontro di oggi pomeriggio al Mimit tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il comparto italiano della siderurgia, confronto a cui hanno partecipato, oltre a Gozzi, anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, i vertici delle principali aziende nazionali e i commissari di Ilva in as e AdI in as. "Il ministro ha presentato un piano estremamente ambizioso rispetto alle ipotesi industriali: si prevede di superare nel giro di 6-7 anni la produzione di acciaio da altoforno con la produzione da forni elettrici alimentati dal dri", riassume il numero uno di Federacciai. “Tre forni elettrici, per la precisione, con un quarto ipotizzato a Genova”. Resta però l’incognita – grande – dell’accordo di programma (domani si terrà a via Veneto l’incontro con gli enti locali, pochi giorni dopo le dimissioni del sindaco di Taranto, Piero Bitetti), un "ulteriore elemento di incertezza” che pesa sul futuro degli stabilimenti. Nel caso in cui domani ci fosse una fumata nera, infatti, si partirebbe con i tre forni elettrici nel sito della città jonica, ma senza Dri, per cui resta anche l’ipotesi Gioia Tauro. Un ‘piano B’ “non ottimale”, perché imporrebbe un maggiore dispendio di energia e soprattutto di costi in termini logistici, osserva il presidente. Quindi bene la convocazione e bene il piano di Urso, che però va “contestualizzato” nel più ampio quadro della situazione del settore siderurgico italiano, sottolinea Gozzi. Perché “per resuscitare il morto non si danneggino i vivi” cosa che si può fare solo mettendo a terra “investimenti sul Dri molto importanti, dando agli impianti l’energia elettrica necessaria per essere autosufficienti” tanto che infatti nel piano si prevede la costruzione di una nuova centrale elettrica. Federacciai quindi elenca una serie di punti centrali. Da una parte l’entità finanziaria degli investimenti: “Tra dri e forni elettrici si parla di circa 10 miliardi, tra intervento pubblico e privato, cioè l’investimento più grande realizzato nella siderurgia a livello mondiale”, osserva il presidente. C'è poi, “il tema del prezzo del gas per far funzionare i Dri, che deve essere competitivo altrimenti impianti non possono raggiungere il prezzo di mercato”. Insomma, “quella di Taranto è una partita aperta e di enorme complessità, e deve essere concepita come un’operazione di sistema” da giocare sia sul suolo italiano che nel campo europeo, continuando a spingere sui temi caldi - Ets, Cibam e tutela dall’invasione dei prodotti asiatici - per evitare che l’industria affoghi o venga travolta dagli effetti indiretti dei dazi americani.
(Adnkronos) - “Un contratto di passaggio a qualcosa di necessariamente migliore". Così Roberto Caruso, presidente di Fp Cida al tavolo Aran, sulla firma dell’ipotesi di rinnovo del Ccnl 2022-2024 per la dirigenza e i professionisti delle Funzioni Centrali, apposta "pur con qualche lieve remora e perplessità". Per Stefano Di Leo, presidente Cida Fc, "la nostra presenza al tavolo è stata guidata da una domanda di fondo: che senso ha contrattare a triennio scaduto, con risorse ormai già erogate in gran parte, e con margini d’azione sempre più compressi tra vincoli di legge e timori di bocciature da parte della Ragioneria Generale dello Stato? È difficile trovare un equilibrio tra le richieste legittime delle organizzazioni rappresentative e le maglie strette con cui Aran è costretta ad accogliere”. Tuttavia, Cida Fp e Fc hanno deciso "di apporre la propria firma per senso di responsabilità istituzionale e con l’obiettivo di aprire da subito una nuova stagione contrattuale con orizzonte 2025-2027, che non potrà più essere gestita in ritardo cronico, ma va affrontata entro pochi mesi, senza alibi", fanno sapere. Con la firma odierna, spiega Caruso, "apriamo formalmente la sfida per un contratto 2025-2027 all’altezza delle aspettative e delle competenze della dirigenza pubblica italiana. Non transigeremo su questo”. Nel merito, Cida evidenzia alcune modifiche che rappresentano miglioramenti, seppur parziali. Sul fronte delle relazioni sindacali, rafforzato il ruolo dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione con l’obbligo di convocazione almeno due volte l’anno e possibilità di convocazione anche da parte delle organizzazioni sindacali. Inoltre, è estesa a 30 giorni la finestra temporale per lo svolgimento del confronto rispetto ai 15 iniziali. Trattamento economico: salvaguardata l’elevazione del 15% della retribuzione di risultato per strutture organizzative complesse; ridotta l’entità della maggiorazione dei premi di risultato, per le performance eccellenti, a tutela dell’equità; aggiornate le indennità di trasferta per i professionisti ex Epne, ferme da 25 anni, avvicinandole a quelle dei dirigenti, nonché la possibilità per i professionisti Enac di aumentare del 20% l’indennità oraria di trasferta; parziale riduzione della forbice retributiva tra primo e secondo livello per i professionisti, pur restando inadeguata alla sfida dell’attrattività del ruolo professionale pubblico. Istituti giuridici: riconosciuta la funzione di affiancamento (mentoring) come attività valutabile ai fini della performance; introdotto l’obbligo di maggiore trasparenza e di adeguata motivazione per gli incarichi dirigenziali. Infine, per quanto riguarda il welfare è stata prevista la possibilità di erogare parte dell’incremento del fondo a finanziare il welfare.
(Adnkronos) - “Il Programma Emtn è molto importante perché sancisce il ritorno a raccogliere capitali in Italia, rafforzando il mercato dei capitali italiani che negli ultimi anni ha sofferto l'emorragia verso mercati esteri. L'Italia non ha nulla da invidiare agli altri paesi. Riteniamo che il rimpatrio in Italia sia la mossa giusta negli interessi di Iren e del sistema economico italiano”. Sono le dichiarazioni di Luca Dal Fabbro, presidente di Iren, alla ‘Ring the Bell Ceremony’ organizzata a Palazzo Mezzanotte da Iren per celebrare la costituzione del nuovo Programma Emtn (Euro Medium Term Notes). Iren ha rinnovato il proprio Programma incrementando l’ammontare massimo da 4 a 5 miliardi di euro. Il Prospetto informativo relativo al Programma è stato approvato da Consob e ha ottenuto il giudizio di ammissibilità alla quotazione sul Mercato telematico delle obbligazioni (Mot) da parte di Borsa Italiana. Un ruolo importante è riservato alla sostenibilità. “Il denaro che raccogliamo sul mercato - prosegue Dal Fabbro - serve per aumentare gli investimenti sulla resilienza ambientale, sul rafforzamento delle reti idriche, sull'efficientamento del parco termoelettrico, il fotovoltaico, l'eolico. Alimentiamo progetti che devono essere sostenibili e che aumentano la resilienza ambientale. Siamo convinti che si tratti di un buon investimento che, da un lato, offre rendimento agli azionisti e dall’altro rende l’azienda più solita. Investire nella sostenibilità non è un peso, ma una grande opportunità di rendere le aziende più solide”. Nella scelta di procedere all’emissione di nuovi titoli obbligazionari ha influito la semplificazione burocratica e normativa: “È stato fatto un grandissimo lavoro di semplificazione da parte di Borsa Italiana e Consob - aggiunge - questo è uno degli elementi che ci ha indotto a investire. Faccio i complimenti al team di Consob e di Borsa Italiana. Grande lavoro a beneficio di emittenti come la nostra e di tutte le imprese italiane. L’Italia deve tornare a fare industria, nel nostro Paese abbiamo una iper finanziarizzazione del sistema italiano, ma facendo industria ci saranno soldi per alimentare la finanza”. Infine una considerazione sul nucleare: “Il nucleare è un orizzonte molto lungo. Per fare una centrale nucleare ci vogliono tra i 10 e i 15 anni. Il suggerimento che darei a chi parla di nucleare è di sopravvivere nei prossimi 5-10 anni facendo quello che è possibile e in parallelo studiare le migliori forme per produrre energia elettrica sostenibile e sicura., con tutte le fonti, nessuna esclusa” conclude Dal Fabbro.