INFORMAZIONIAnna Baggio |
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(Adnkronos) - "Il Mes? Ora non è una priorità". E' quanto ha detto oggi, martedì 13 maggio, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando a margine di un convegno sull'Europa. "Forza italia è pronta a votare sì, ma solo se c’è un controllo democratico" precisa. "Sul Mes come Forza Italia abbiamo avuto sempre delle perplessità perché abbiamo una visione più europeista" aggiunge. "Noi vogliamo il controllo democratico del Mes: questa è la nostra idea diversa da FdI e dalla Lega. Ora non è una priorità, la priorità è costruire la pace in Ucraina e in Medio Oriente. La nostra posizione è diversa da quella di altri, vediamo cosa succede ma non è una priorità" ribadisce. “E’ importante che tutti quanti lavoriamo per costruire la pace" sottolinea il ministro degli Esteri. "Condivido appieno le parole del Papa. Noi sosteniamo il progetto americano, l’importante che sia una pace giusta. Non può essere la sconfitta dell’Ucraina. La Russia deve assumersi le sue responsabilità”.
(Adnkronos) - I lavoratori italiani possono contare su un sistema retributivo garantista che prevede un livello di protezione economica tra i più completi e articolati nel panorama europeo. Il modello italiano è, infatti, fondato su una solida architettura di contrattazione collettiva e su istituti normativi consolidati, come la tredicesima e la quattordicesima mensilità e il Trattamento di fine rapporto, non previsti per legge negli altri sistemi retributivi europei. È il caso, ad esempio, di quelli vigenti in Francia, Germania, Romania, Spagna e Svezia. È quanto emerge dall’approfondimento della Fondazione studi consulenti del lavoro dal titolo 'Struttura della retribuzione e salario minimo: disciplina italiana e confronto con altri Stati comunitari', che mette a confronto la disciplina retributiva italiana con quella dei cinque Paesi europei citati. E i consulenti del lavoro in un documento presentato oggi in Commissione Lavoro del Senato nelle osservazioni sui disegni di legge sul salario minimo nn. 956, 957 e 1237 sottolineano che "in uno scenario" come quello italiano "la previsione di un 'salario minimo' di derivazione legale potrebbe essere percepito come un elemento di disturbo nel paradigma del dialogo delle parti sociali, normalmente impegnate su un fronte indubbiamente più esteso ed esauriente". Oggetto dello studio sono stati i sei ccnl più applicati in Italia, cioè utilizzati per la gestione di svariati milioni di lavoratori. Così come va sottolineata la copertura universale che ha la contrattazione collettiva nel nostro Paese. La comparazione non si limita al solo valore del salario minimo legale – spesso usato come unico indicatore – ma si estende all’intera struttura della retribuzione, includendo elementi indiretti e differiti, come indennità contrattuali, mensilità aggiuntive e Tfr. Il quadro che emerge dall’analisi della Fondazione Studi, secondo i consulenti del lavoro "è chiaro: le 'retribuzioni ultra-mensili e differite' (13^ e 14^ mensilità e Trattamento di fine rapporto) in Italia sono istituti contrattuali previsti per legge, o per ccnl, a differenza di quanto accade nei cinque Paesi messi a confronto". In sostanza, per realizzare una comparazione credibile, secondo i professionisti, "è necessario osservare non solo i minimi retributivi orari, ma l’intera struttura della retribuzione. Infatti, soffermandosi esclusivamente sulla paga oraria non si rappresenta in modo veritiero quanto viene percepito effettivamente da un lavoratore. Dunque, anche in assenza di un salario minimo legale, il livello retributivo complessivo previsto dai Contratti collettivi nazionali di lavoro è già in linea o addirittura superiore alla retribuzione minima imposta per legge in altri Stati". A questo si aggiunge il fatto – si sottolinea nel documento dei consulenti del lavoro – che in alcuni casi la contrattazione collettiva italiana si spinge addirittura oltre la quattordicesima mensilità, disegnando elementi retributivi ulteriori, che a esempio possono essere previsti sotto forma di welfare come la conciliazione vita-lavoro e l’assistenza sanitaria integrativa. Nonché la corposa previsione di ore retribuite con permessi giustificati; ovvero tutti gli strumenti erogati dalla bilateralità. Come evidenziato, la forza del modello italiano risiede, dunque, nella sua flessibilità e capacità di adattamento settoriale, garantita dalla contrattazione collettiva rappresentativa. Un meccanismo che consente di calibrare i trattamenti economici in base alle reali esigenze dei lavoratori e delle imprese, assicurando al contempo equità e dignità del lavoro in conformità all’art. 36 della Costituzione. La contrattazione collettiva è, dunque, secondo i consulenti del lavoro "un patrimonio da preservare, perché in grado di garantire tutele economiche solide e flessibili ai lavoratori, adattandosi ai cambiamenti del mercato. Naturalmente, in questa indagine non viene incluso il valore del costo della vita che determina il potere di acquisto delle retribuzioni. Costo della vita che nei Paesi oggetto della comparazione ha oscillazioni diverse, in molti casi superiore a quello italiano. E per ovviare a ciò è dunque necessario spingere nei ccnl sulla retribuzione di risultato, valorizzando la partecipazione attiva dei lavoratori al successo dell’impresa. Un approccio che potrà genere benefici tangibili in termini di produttività, retribuzione e rafforzamento del legame tra impresa e capitale umano", conclude.
(Adnkronos) - Una Fiat 500e con guida autonoma senza conducente è partita oggi dalla stazione della metropolitana Famagosta di Milano e ha raggiunto la zona di Cantalupa, punto di accesso all’autostrada A7 in direzione Milano. Si tratta di un test sperimentale, per verificare come la tecnologia a guida autonoma possa promuovere la mobilità multimodale, nell'ambito del progetto 'Serravalle Future Drive'. L'iniziativa, nata dalla collaborazione tra la società e il team Aida (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Politecnico di Milano, nell'ambito del programma di ricerca del centro nazionale Most, è stata presentata oggi nell'auditorium della sede di Milano Serravalle – Milano Tangenziali. (Foto) Ha l'obiettivo - viene spiegato in una nota di Most, Fnm, Milano Serravalle e Politecnico di Milano - di "testare l’efficacia di un servizio di navetta autonoma condivisa in scenari di traffico reali e come questo possa contribuire alla costruzione di una mobilità più sostenibile, intelligente e interconnessa". Serravalle Future Drive è il primo esperimento in Italia che collega hub periferici, connessi alla rete autostradale a nodi di trasporto urbano, sfruttando le potenzialità della guida autonoma. Il progetto mira a ridurre la congestione nelle aree cittadine e promuovere l’uso del trasporto pubblico, integrando soluzioni innovative con le infrastrutture esistenti. (Video) Chi ha partecipato alla presentazione ha potuto seguire da vicino il comportamento della navetta autonoma, una Fiat 500e fornita dal partner tecnico Fassina e dotata di un sistema di guida autonoma basato su intelligenza artificiale, sviluppato dal Politecnico di Milano. "Il veicolo, equipaggiato con la tecnologia per raccogliere e analizzare dati in tempo reale, ha affrontato in completa autonomia - viene sottolineato nella nota - situazioni complesse come immissioni e uscite autostradali, in condizioni di traffico variabile, mostrando concretamente le potenzialità della tecnologia in un contesto urbano-autostradale integrato". “Serravalle Future Drive rappresenta il primo progetto in Italia che unisce concretamente il mondo autostradale con quello urbano attraverso la tecnologia della guida autonoma. È una sfida pionieristica che Milano Serravalle ha voluto cogliere, consapevole dell’importanza strategica di integrare infrastrutture esistenti e innovazione per costruire una mobilità davvero intermodale, sostenibile e al servizio dei cittadini”, ha commentato Elio Catania, presidente di Milano Serravalle – Milano Tangenziali. “Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto così ambizioso, che pone Milano al centro dell’innovazione tecnologica e apre nuove prospettive per la mobilità del futuro”, ha dichiarato Ivo Roberto Cassetta, amministratore delegato di Milano Serravalle – Milano Tangenziali. “Questa iniziativa - ha aggiunto - rappresenta un passo concreto verso una mobilità più sostenibile, efficiente e attenta alle esigenze del territorio". “Questo progetto sperimentale di una navetta autonoma multimodale segna un nuovo passo nel percorso del team Aida verso una mobilità sempre più sostenibile. L’interconnessione tra diversi scenari di traffico rappresenta un’evoluzione concreta verso soluzioni di trasporto pubblico più flessibili e capillari, valorizzando il know-how maturato dal Politecnico di Milano nelle attività di ricerca e sperimentazione su veicoli autonomi, sia in pista che su strada pubblica”, ha affermato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano, responsabile scientifico del progetto Aida. “Un esempio concreto di come la tecnologia possa diventare leva di connessione intelligente tra punti strategici del territorio che oggi sfuggono alle reti tradizionali della mobilità. È un modello di mobilità che crea valore rendendo il territorio più accessibile, funzionale e connesso”, ha dichiarato Gianmarco Montanari, direttore generale del centro nazionale per la mobilità sostenibile Most.