INFORMAZIONIAndrea Giudice |
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(Adnkronos) - Si sono conclusi dopo otto ore di esibito ottimismo, con una dichiarazione congiunta che apre la strada alla prima tregua nei combattimenti tra Ucraina e Russia dall'inizio della guerra più di tre anni fa, i negoziati a porte chiuse a Gedda fra Stati Uniti e Kiev, il primo contatto bilaterale di alto livello dopo il disastroso incontro in diretta tv del 28 febbraio scorso fra Volodymyr Zelensky e Donald Trump nello Studio ovale della Casa Bianca. Le delegazioni riunite in una sala del Ritz-Carlton della città saudita, hanno concordato - Kiev ha accolto la proposta Usa - una tregua di 30 giorni "immediata, ad interim che possa essere estesa con un accordo delle parti e che è soggetta all'accettazione e all'attuazione da parte della Federazione russa" nella guerra iniziata con l'invasione delle forze russe il 24 febbraio del 2022. Gli Stati Uniti si sono impegnati a sollevare "immediatamente" la sospensione degli aiuti militari e della condivisione di informazioni di intelligence varata da Donald Trump sulla scia dello scontro con Zelensky. Nessun accordo invece tra Ucraina e Stati Uniti sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, che le parti tuttavia si sono impegnate a definire "il prima possibile". La parola spetta ora alla Russia e a Vladimir Putin. Stati Uniti e Ucraina hanno fatto "un passo positivo" ai colloqui di oggi a Gedda, ora gli americani "porteranno questa offerta" ai russi e "la palla è nelle loro mani", ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio. Nella dichiarazione congiunta si precisa infatti che gli "Stati Uniti comunicheranno alla Russia che la reciprocità della Russia (alla disponibilità di Kiev a una tregua, ndr) è la chiave per raggiungere la pace". Una fonte del sito di notizie Usa Axios già in mattinata spiegava che giovedì è atteso a Mosca il super negoziatore di Trump, Steve Witkoff, che formalmente è inviato speciale per il Medio Oriente ma che si è inserito nel dossier russo con una missione a sorpresa a Mosca il mese scorso, grazie agli uffici di Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti e ora anche inviato del Cremlino per gli investimenti all'estero. Witkoff, secondo Axios, incontrerà nuovamente Vladimir Putin, dopo il lungo colloquio di metà febbraio che aveva reso possibile la scarcerazione dell'americano Marc Fogel e in seguito la telefonata fra Putin e Trump. Il Cremlino non aveva voluto commentare mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, aveva detto che "i contatti bilaterali con gli Usa sono attualmente piuttosto intensi, il loro livello e i loro formati vengono spesso concordati molto rapidamente". I colloqui iniziati a Gedda mezzogiorno di ieri (ora locale) sono stati preceduti dagli attacchi aerei più massicci lanciati dalle forze di Kiev contro Mosca dall'inizio della guerra, come ha ammesso il sindaco della città Sergei Sobyanin - per dimostrare forse agli interlocutori americani le capacità di cui dispone anche senza la condivisione di informazioni di intelligence e aiuti militari da parte di Washington, passi presi da Trump dopo la lite alla casa Bianca. Almeno tre persone sono morte nella regione di Mosca. Il ministero della Difesa russo ha reso noto l'abbattimento di 337 droni ucraini. Il capo della delegazione ucraina Andriy Yermak, il potente capo di gabinetto di Zelensky alla guida della delegazione di Kiev, aveva commentato già in mattinata che l'incontro era iniziato in modo molto costruttivo. "Continuiamo a lavorare", aveva detto. Per poi pubblicare, qualche ora dopo, l'emoticon di una stretta di mano e due foto distinte delle delegazioni di Stati Uniti e Ucraina. Yermak aveva definito come obiettivi delle trattative la "protezione degli interessi ucraini" e "una visione chiara per terminare la guerra". "Una tregua nella guerra in corso da tre anni che la Russia ha provocato contro il mio Paese non è mai sembrata così vicina", aveva scritto in un commento pubblicato dal Guardian. E quando a Gedda si avvicinano le nove di sera, e i colloqui stavano per concludersi, Rubio aveva fatto sapere tramite la sua portavoce Tammy Bruce di essere "molto ottimista" sull'esito. "Quella di oggi è stata una giornata elettrizzante, che potrebbe significare molto per tutto il mondo". Quindi il via libera di Kiev e la dichiarazione congiunta. Nei colloqui, "c'è stata una proposta da parte americana per compiere subito il primo passo e provare a stabilire un cessate il fuoco completo per 30 giorni, non solo per quanto riguarda missili, droni e bombe e non solo nel Mar Nero, ma anche lungo l'intera linea del fronte", le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo la nota congiunta. "L'Ucraina accetta questa proposta, la consideriamo positiva, siamo pronti a fare un passo del genere. Gli Stati Uniti d'America devono convincere la Russia a farlo. Noi siamo d'accordo e se i russi sono d'accordo" la tregua "funzionerà", la promessa del leader ucraino. Da parte sua, Donald Trump ha risposto alle domande dei cronisti sull'accordo nel cortile della Casa Bianca. "Speriamo che il presidente Putin sia d'accordo e si possa mettere fine alla guerra che provoca 2-3mila morti a settimana", ha detto. "L'Ucraina ha detto sì ad un cessate il fuoco completo, speriamo che la Russia accetti la proposta", ha aggiunto. Inviterà di nuovo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Washington, dopo l'incontro di 2 settimane fa degenerato in una lite? "Sicuramente". Quindi Trump ha annunciato che parlerà con il presidente russo Vladimir Putin "questa settimana" nella speranza di vedere un "cessate il fuoco totale nei prossimi giorni". Ma "per ballare il tango bisogna essere in due". Se dal Cremlino si attende intanto una risposta ufficiale, come russi "non escludiamo contatti con i rappresentanti degli Stati Uniti nei prossimi giorni", ha intanto dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, all'agenzia di stampa Ria Novosti dopo le parole di Trump.
(Adnkronos) - Non solo concessioni balneari e Bolkestein, e il rischio di nuovi 'scioperi degli ombrelloni' da parte delle imprese. A preannunciare un'estate 'incandescente' sulle spiagge italiane è anche l'allarme che lancia Guido Ballarin, presidente di Anab, l'associazione nazionale degli assistenti bagnanti, gli operatori che garantiscono la sicurezza e le operazioni di salvataggio sulle spiagge italiane. "Nel nostro Paese -spiega Ballarin ad Adnkronos/Labitalia- c'è una sempre più crescente carenza di assistenti bagnanti. E questo è dovuto al fatto che questo mestiere è ritenuto poco attrattivo principalmente per due fattori: salari bassi, che quando va bene arrivano a 1.300 euro, con contratti poco rappresentativi e con poche tutele, e stagione di lavoro troppo corta, che al Nord dura da maggio a settembre, mentre al Sud anche meno", sottolinea Ballarin spiegando che nel Milleproroghe "per fortuna i brevetti sono stati prorogati per la stagione balneare 2025 e c'è stato lo stop al divieto per i minorenni, altrimenti le difficoltà nel reperire personale sarebbero state anche maggiori". Una situazione allarmante che ha spinto Anab anche a scrivere alla premier Meloni e al vice premier Salvini. "Ogni anno -spiega- sono tra i 14mila e i 30mila gli assistenti bagnanti che lavorano sulle spiagge e anche nelle piscine. Sono persone con famiglia e chiedono naturalmente più garanzie e migliori condizioni di lavoro. Serve innanzitutto un coordinamento nazionale sull'apertura delle spiagge, e quindi sulla stagione di lavoro degli assistenti, per allungare e rendere omogenea in tutto il Paese la stagione. Siamo disponibili a discutere sull'allungamento della stagione di lavoro, eventualmente anche con altri impegni per quanto riguarda sempre l'ambiente balneare, quindi l'allestimento delle spiagge e quant'altro", sottolinea. Ma il problema è anche il contratto che viene applicato a questi lavoratori. "Noi chiediamo che vengano applicati i tre contratti che riteniamo più rappresentativi, come quelli del turismo, del terziario e dei pubblici esercizi che danno tutele e salari che arrivano anche a 1.800 euro, ma questo raramente avviene e le aziende applicano contratti che non vogliamo definire irregolari o pirata, ma che garantiscono salari che arrivano al massimo a 1.300 e con meno tutele per il lavoratore", sottolinea. E da Anab, nella missiva indirizzata a Meloni e Salvini, è arrivata una proposta chiara: garantire la sicurezza in modo uniforme su tutte le spiagge italiane, con la gestione da parte dello Stato degli assistenti bagnanti. Nella missiva si sottolinea che "il sistema di salvataggio in mare è gestito da una pluralità di concessionari, una situazione che determina una frammentazione delle risorse e delle attrezzature disponibili. Tale frammentazione non solo genera inefficienze operative, ma compromette anche l’uniformità del livello di sicurezza lungo il territorio nazionale. Per tali ragioni, proponiamo che il sistema di salvataggio in mare venga gestito direttamente dallo Stato Italiano", "L'ideale -dice Ballarin- sarebbe che il servizio diventasse come i vigili del fuoco o come la forestale, un corpo riconosciuto dallo Stato e gestito dallo Stato. Questa sarebbe la soluzione migliore, in alcune nazioni il servizio di salvataggio è gestito a livello statale e funziona perfettamente bene", aggiunge. E sul confronto di ieri tra vice premier Salvini e le imprese balneari conclude: "Finchè le parti interessate interagiscono tra di loro e non convocano l'unica associazione di categoria degli assistenti bagnanti presente a livello nazionale, e quindi i veri referenti del salvataggio, non ci sarà la possibilità per noi di raccontare cosa sta succedendo davvero nel nostro comparto. Attendiamo di essere convocati dalla politica per potere spiegare cosa serve per avere dei miglioramenti nel nostro settore".
(Adnkronos) - Trasformare le acque reflue depurate in risorsa per promuovere la biodiversità: l’iniziativa mira a sviluppare un modello innovativo di simbiosi industriale tra la depurazione delle acque reflue e l’acquacoltura. Il progetto alBIOrelle, Sviluppato dalle due aziende del servizio idrico della Città metropolitana di Milano e della provincia di Varese, con l’Istituto Spallanzani e il Politecnico di Milano, si basa sull’allevamento delle alborelle in vasche alimentate con acque altamente depurate e rappresenta una soluzione intelligente e innovativa che riduce l’impatto ambientale, poiché evita il prelievo di nuove risorse idriche. Un approccio che si è distinto, aggiudicandosi il Premio 'Verso un’economia circolare' 2024 nella categoria 'Mondo dell’impresa - Categoria 2', promosso da Fondazione Cogeme Ets e Kyoto Club, in collaborazione con Circularity, Università degli Studi di Brescia e Università Cattolica del Sacro Cuore per valorizzare le iniziative più efficaci nel promuovere la transizione ecologica e un uso sostenibile delle risorse. “Questo progetto è un esempio concreto di come l’innovazione possa generare valore per l’ambiente e per il territorio - ha dichiarato Alessandro Reginato, direttore generale di Cap Evolution - Ricevere questo riconoscimento dimostra che il nostro impegno per l’economia circolare e per la valorizzazione della risorsa idrica sta andando nella giusta direzione: trasformare l’acqua depurata in una risorsa per la biodiversità e la rigenerazione degli ecosistemi acquatici”. “Il depuratore di Sant’Antonino - dice il presidente di Alfa Paolo Mazzucchelli - è il quarto impianto per dimensioni della Lombardia. Alfa ne ha assunto la gestione nel 2020 riscontrando criticità strutturali e gestionali causa di diverse non conformità. In poco tempo, grazie a interventi di ammodernamento e migliorie gestionali, l’impianto ora rispetta perfettamente tutti i parametri normativi e restituisce all’ambiente acqua di ottima qualità, tanto da poter dar vita al progetto alBIOrelle premiato oggi. Un progetto che si inserisce tra le molte attività da noi svolte per la tutela di fiumi e bacini e della fauna, e che hanno portato al risanamento, ad esempio, del lago di Varese e del Ceresio, tornati balneabili. Infine, proprio per il ripopolamento ittico, Alfa ha siglato un accordo pluriennale con la locale sezione della Federazione pesca sportiva finalizzata all’immissione di pesci e avannotti nelle acque superficiali della provincia di Varese”. Le alborelle sono piccoli pesci che vivono in acque italiane lacustri, una specie autoctona che, a causa della riduzione del proprio habitat, è oggi inserita nella Lista Rossa Iucn - Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Il progetto prevede la realizzazione, a Canegrate (impianto Gruppo Cap) e Sant'Antonino (impianto Alfa Varese), di vasche di acquacoltura dove saranno allevate le alborelle grazie all'utilizzo dell'acqua depurata dagli impianti. Gli studi dimostrano che l’acqua in uscita dagli impianti di depurazione è infatti di ottima qualità, anche grazie ai trattamenti terziari, dotati di ultrafiltrazione e lampade UV, e si ipotizza che sia l'ambiente ideale per far nascere e allevare le alborelle, per poi portarle, una volta arrivate all'età giusta, nei corsi d'acqua superficiali, così da aumentare la popolazione ittica e contribuire alla crescita e alla salvaguardia della biodiversità dei fiumi, che sono un importante patrimonio del territorio. Grazie allo sfruttamento della simbiosi con l’impianto di depurazione, il progetto rappresenta inoltre un esempio virtuoso in termini di risparmio industriale ed energetico. Infatti, prima di essere restituite all’ambiente, le acque dedicate all’acquacoltura devono essere sottoposte a importanti ed energivori trattamenti di pulizia e disinfezione, un processo che in questo caso avviene automaticamente perché le acque vengono immesse nuovamente nel ciclo depurativo dell’impianto in cui si trovano.