INFORMAZIONIAndrea Facchini |
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(Adnkronos) - E' caccia al piromane a Roma dove, nella serata di ieri, due macchine della Polizia di Stato sono state date alle fiamme. La prima, un'auto della polizia Penitenziaria, è stata incendiata davanti al ministero della Giustizia, in via Arenula, intorno alle 22. La seconda volante è stata invece bruciata quaranta minuti più tardi davanti al Commissariato Viminale, nel cuore della Capitale. Ma non solo. Subito dopo il rogo davanti al Palazzo del Guardasigilli - e prima di dar fuoco alla volante nei pressi del Viminale - lo stesso uomo sarebbe stato ripreso mentre incendiava sterpaglie e rifiuti vari sulla rampa dell'ingresso disabili di via Bachelet, nei pressi della sede del Consiglio Superiore della Magistratura. Limitati i danni, secondo quanto apprende l'Adnkronos, all'auto data alle fiamme nei pressi del Viminale, con solo l’annerimento della targa e della parte inferiore del paraurti grazie all'intervento tempestivo degli agenti, che hanno spento le fiamme con l’estintore. Le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso un uomo chinarsi nella parte posteriore della volante e gettare sotto qualcosa, forse una molotov da cui poi sono partite le fiamme. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, lo stesso uomo alto e di carnagione chiara che ieri sera è stato ripreso dalla videosorveglianza mentre appiccava il fuoco davanti al commissariato Viminale, sarebbe lo stesso che - dieci minuti prima - aveva già sistemato e dato fuoco ad alcune buste di plastica sotto al paraurti dell'auto in via Arenula. Le fiamme sono poi state spente dagli agenti prima che potessero danneggiare ulteriormente l'auto. Tra i due episodi, l'incendio di sterpaglie nei pressi del Csm in via Bachelet, senza provocare alcun danno, con lo stesso uomo protagonista. Una volante bruciata davanti al commissariato Viminale. Era già successo 13 anni fa, a maggio del 2012, quando - in un copione diverso solo nelle modalità di esecuzione - un uomo venne ripreso dalle telecamere mentre, dopo aver infranto uno dei deflettori di un'auto della Polizia in sosta in via Manin, le ha dato fuoco gettando nell'abitacolo alcuni stracci imbevuti di liquido infiammabile. Le fiamme danneggiarono gravemente, in quell'occasione, altri due veicoli della Polizia di Stato. L'uomo, di origini palermitane, venne bloccato dagli agenti del commissariato Viminale, intervenuti appena notate le fiamme attraverso i dispositivi di videosorveglianza esterni dell'ufficio di via Farini. "Solidarietà alla Polizia di Stato e alla Polizia Penitenziaria per le loro due auto che sono state incendiate questa mattina a Roma davanti al Commissariato Viminale e al Ministero della Giustizia. Non c’è giustificazione contro quello che è un attacco alle Istituzioni dello Stato. Vicino a tutti coloro che indossano l’uniforme a garanzia della libertà e della sicurezza di tutti i cittadini", scrive sui social, Antonio Tajani, vicepremier e leader di Fi. "Non si tratta soltanto di un atto vandalico, ma di un gesto deliberato e simbolico contro la presenza dello Stato e contro chi ogni giorno, con dedizione e sacrificio, assicura legalità e sicurezza nelle nostre città, indipendentemente dal risultato delle indagini. Un’azione che assume un valore ancora più grave per il luogo in cui è stata compiuta: un commissariato di Polizia, presidio di legalità e riferimento istituzionale per la comunità", dice intanto all'Adnkronos Enzo Letizia, segretario dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia che "esprime la più ferma condanna per l’incendio doloso che, nella serata di ieri, ha colpito una volante della Polizia di Stato parcheggiata davanti al Commissariato Viminale, nel cuore di Roma". "In un contesto urbano già segnato da tensioni sociali e da fenomeni di microcriminalità, episodi come questo rappresentano un allarme che non può essere sottovalutato - ribadisce - Serve una risposta ferma e coesa: dalle istituzioni, con misure concrete di rafforzamento, e dalla politica, con un chiaro segnale di sostegno e vicinanza a chi indossa ogni giorno una divisa. Nel rinnovare la solidarietà a tutti i colleghi in servizio al Commissariato Viminale, l’Associazione ribadisce il proprio impegno nel richiedere con forza più risorse, più mezzi e più tutele per le donne e gli uomini della Polizia di Stato, affinché nessuno si senta lasciato solo nel difendere i valori democratici della nostra Repubblica". "L’incendio dell’auto della Polizia davanti al commissariato Viminale è un atto grave che colpisce direttamente chi ogni giorno rappresenta lo Stato e tutela la sicurezza dei cittadini", le parole all'Adnkronos di Domenico Pianese, segretario generale del Coisp. "Ormai troppo spesso, chi ritiene di avere una ragione da far valere, sceglie di sfogare la propria rabbia contro le forze dell’ordine, considerate il volto più visibile dello Stato. Una distorsione pericolosa - dice il sindacalista - che nasce anche da un clima culturale sempre più tollerante verso atteggiamenti di delegittimazione e ostilità nei confronti delle divise. Esprimiamo piena solidarietà ai colleghi coinvolti e ribadiamo che non può esserci alcuna giustificazione per simili episodi. Fa riflettere, inoltre, che alcune cariche istituzionali, che dovrebbero essere garanti dell’equilibrio democratico, in più di un’occasione abbiano adottato toni ambigui, se non addirittura indulgenti, verso chi alimenta questo clima d’odio. È tempo che le istituzioni, tutte, dimostrino con chiarezza da che parte stanno: o si è al fianco di chi ogni giorno rischia la vita per garantire legalità e sicurezza, o si finisce per spalleggiare chi semina sfiducia e caos". "Alla luce della notizia video diffusa dall’Adnkronos, la scorsa notte una persona attualmente ricercata, ha dato fuoco a un’auto della Polizia di Stato con colori d'istituto parcheggiata davanti al commissariato Viminale, ubicato a poca distanza dalla stazione Termini e dal ministero dell'Interno. Al di là delle indagini in corso emerge con chiarezza quanto denunciato da tempo dalla segreteria provinciale del Siap Roma, sulla carenza del dispositivo di controllo del territorio ed efficacia dei servizi di prevenzione generale disposti dalla Questura di Roma, specie nelle ore notturne", dice quindi all'Adnkronos Giuseppe Tiani, segretario generale del Siap. "Di tutta evidenza che se in un sito istituzionale particolarmente sensibile, si possono liberamente dare alle fiamme le auto della Polizia, a Roma qualcosa non funziona, e bisogna prenderne atto - sottolinea il sindacalista - Dal nostro punto di osservazione il questore è concentrato soprattutto nella gestione dei grandi eventi, ma il sistema di sicurezza e prevenzione ogni giorno fa emergere criticità e limiti nella visione operativa delle istanze di sicurezza della collettività e degli operatori". “E’ un fatto di estrema gravità quello avvenuto a Roma dove un’auto della Polizia è stata data alle fiamme davanti al Commissariato Viminale. E’ frutto di un clima avvelenato di costante delegittimazione, criminalizzazione e messa in discussione dell’operato delle forze dell’ordine e, in più, dimostra la spudorata violenza con cui ci si scaglia contro chi, rappresentando lo Stato, viene identificato come nemico da abbattere. L’arroganza dimostrata purtroppo non solo oggi, ma quotidianamente contro chi veste la divisa rappresenta un allarme da non sottovalutare, soprattutto perché avvalorata, quando non addirittura avallata da certi ‘cattivi maestri’ sempre pronti a puntare il dito contro donne e uomini che fanno solo il proprio lavoro al servizio della collettività”, afferma poi all'Adnkronos Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato. “Indipendentemente dalla responsabilità del singolo che ha operato questo gesto criminale – continua - e che ci auguriamo venga chiamato a risponderne con la dovuta gravità, a dar forza alla mano di certi soggetti, lo ribadiamo, è quell’atteggiamento di giustificazionismo di alcuni che tutto ammette e tutto giustifica quando dall’altra parte c’è chi veste la divisa, quasi come se i cittadini dovessero essere ‘difesi’ a tutti i costi dall’operato delle forze dell’ordine, in un assurdo sovvertimento della realtà. Di fronte a chi spende una vita di sacrifici per rappresentare lo Stato, la legge, le Istituzioni e garantire ai cittadini sicurezza e ordine, c’è sempre bisogno di posizioni chiare e nette, non ‘ma’, non ‘però, ma autentico sostegno all’attività di chi tiene in piedi la democrazia”. “Quanto accaduto questa notte nelle adiacenze del commissariato Viminale é l’ennesima prova a conferma della pericolosità delle affermazioni contenute nelle campagne denigratorie effettuate dai soliti ambienti affini ai professionisti del disordini i quali, per avere campo libero nelle manifestazioni non autorizzate, hanno posto in essere una vera e propria caccia alle streghe contro le donne e gli uomini in uniforme. E per fare questo, cercano di delegittimare con azioni continue le istituzioni e chi le rappresenta, in primis le forze di polizia e la Polizia di Stato, in capo alla quale cade la delicata funzione di autorità di pubblica sicurezza", commenta quindi all'Adnkronos Felice Romano, segretario generale del Siulp. "Non c’è alcuna sottovalutazione dell’episodio da parte nostra, anzi - continua - rinnoviamo il grido di allarme a tutela dei poliziotti e dei cittadini sulla necessità di ridare piena legittimità e credibilità alle istituzioni, attraverso strumenti normativi e adeguati organici affinché chiunque, a partire dai cittadini sino a chi delinquere e passando per chi vive nel disagio, abbiano non solo la percezione ma l’effettiva contezza che le istituzioni ci sono, fanno la loro parte, e la fanno nell’immediatezza e nella certezza di censure di tutti quei comportamenti che non rispettano le leggi e le regole della civile convivenza. Ricordiamo per questo a tutti i detrattori che tentano di delegittimare le istituzioni democratiche, che in ogni civiltà democratica quando lo Stato viene attaccato, esso non ha solo il diritto, ma soprattutto il dovere di difendersi e di riaffermare le regole democratiche che il Parlamento delibera a difesa della sicurezza personale e collettiva dei cittadini, ma anche delle istituzioni democratiche". (di Silvia Mancinelli)
(Adnkronos) - Si fa sempre più ampio il divario tra chi crede nell’importanza delle trasferte di lavoro e chi preferisce alternative digitali. E gli italiani si confermano tra i più cauti: solo il 64% dei viaggiatori d’affari nel nostro Paese si dichiara disponibile a spostarsi nei prossimi 12 mesi, al di sotto della media globale del 70% e lontani dai picchi registrati in Messico (88%), Brasile (94%) e Regno Unito (87%). E' quanto emerge dalla nuova Global business travel survey di Sap Concur. A livello globale il compromesso tra risparmio sui costi, sicurezza dei dipendenti e valore delle interazioni in presenza è ancora oggetto di accese discussioni nelle sale riunioni. Se il 94% dei business traveller considera il viaggio uno strumento essenziale per il proprio ruolo, un terzo dei travel manager vede nell’ascesa delle riunioni virtuali una minaccia per il futuro stesso del business travel. In questo scenario il 43% dei cfo è convinto che oltre la metà dei viaggi aziendali potrebbe essere efficacemente sostituita da videoconferenze. Di fronte alla riluttanza a viaggiare, il 45% dei cfo teme che questa possa compromettere la salute dell’azienda, mentre il 35% dei travel manager considera la scarsa disponibilità dei dipendenti una minaccia concreta per la continuità delle trasferte. Le discrepanze non si fermano qui. Il 66% dei dipendenti afferma che viaggi importanti sono stati tagliati a causa dei costi, ma solo il 29% dei cfo riconosce apertamente che i limiti di budget ostacolano trasferte essenziali. E sulla governance delle trasferte? Per i cfo il potere decisionale è saldamente nelle loro mani (69%), mentre i travel manager vedono un equilibrio più distribuito tra ruoli. “Questi dati - commenta Andrea Piccinelli, head of Sap Concur Italy - mettono in luce per la prima volta in modo così chiaro i principali punti di disallineamento tra le tre anime del business travel: dipendenti, travel manager e cfo. Se vogliamo che i viaggi d’affari tornino a essere un motore di crescita, è essenziale costruire un nuovo allineamento tra esigenze operative e visione strategica, traiettoria che abbiamo scelto di perseguire in Sap Concur anche grazie all’enorme potenziale che l’innovazione sta offrendo, dall’automazione all’ai. Un’ia, se vogliamo, al servizio della relazione, perché viaggiare sia sempre più semplice per le aziende che vogliano investire nel contatto diretto, nella presenza fisica e nella relazione umana”. La ricerca conferma che il viaggio di lavoro resta un pilastro per il successo aziendale, ma serve una riflessione profonda sulle priorità, sulla cultura organizzativa e sulle aspettative reciproche. Per l’Italia, sarà decisivo capire se la cautela attuale è solo una fase transitoria o un cambiamento strutturale.
(Adnkronos) - Sono 90 le località rurali che hanno ricevuto il riconoscimento Spighe Verdi 2025, rispetto alle 75 dello scorso anno: 17 sono i nuovi ingressi, 2 i Comuni non confermati. Le Spighe Verdi 2025 per i Comuni rurali, alla decima edizione, sono state annunciate nel corso della cerimonia di premiazione che si è svolta a Roma presso il Cnr alla presenza dei sindaci vincitori. Spighe Verdi è un programma nazionale della Fee - Foundation for Environmental Education, l’organizzazione che rilascia nel mondo il riconoscimento Bandiera Blu per le località costiere, pensato per guidare i Comuni rurali, passo dopo passo, a scegliere strategie di gestione del territorio in un percorso virtuoso che giovi all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Per portare i Comuni rurali alla graduale adozione dello schema Spighe Verdi, la fondazione Fee Italia ha condiviso con Confagricoltura un set di indicatori in grado di fotografare le politiche di gestione del territorio e indirizzarle verso criteri di massima attenzione alla sostenibilità. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. "Il 2025 segna un forte incremento del programma Spighe Verdi - dichiara Claudio Mazza, presidente della fondazione Fee Italia - ben 17 nuovi ingressi che testimoniano la crescente attenzione delle amministrazioni locali verso uno sviluppo rurale realmente sostenibile. Questo dato, che arriva nel decimo anno del programma, rappresenta un segnale concreto di cambiamento, in cui la gestione del territorio, la qualità ambientale e il benessere delle comunità diventano priorità condivise e strumenti di crescita. Spighe Verdi non è un riconoscimento simbolico: è un percorso volontario, rigoroso e trasparente, che richiede impegno costante, visione amministrativa e capacità di coinvolgimento del tessuto sociale e produttivo del territorio. L’adesione di così tanti Comuni a questo modello con convinzione testimonia che anche le località rurali italiane stanno finalmente prendendo consapevolezza del proprio ruolo centrale nella costruzione di un futuro sostenibile per il nostro Paese”. “Il programma Spighe Verdi conferma anche nel 2025 la sua funzione strategica per la crescita dei Comuni rurali e delle aree interne del nostro Paese - ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura - L’agricoltura è protagonista di questo percorso: dalle pratiche sostenibili all’economia circolare, dalla tutela del paesaggio alla valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’accoglienza. Sono questi i pilastri che guidano il lavoro delle imprese agricole e che ritroviamo pienamente negli obiettivi fissati da Fee Italia”. Le Spighe Verdi 2025 sono state assegnate in 15 Regioni. Il Piemonte ottiene il maggior numero di riconoscimenti con 18 Spighe Verdi (cinque ingressi): Acqui Terme, Alba, Bra, Canelli, Carignano, Castiglione Falletto, Centallo, Cherasco, Chiusa di Pesio, Gamalero, Gavi, Guarene, Monforte d’Alba, Narzole, Poirino, Pralormo, Santo Stefano Belbo e Volpedo. Salgono a 10 le località per la Calabria (tre nuovi Comuni): Belcastro, Cariati, Crosia, Miglierina, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia Marina, Trebisacce, Villapiana. Le Marche vantano 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo. Segue la Toscana che ottiene 8 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Gambassi Terme, Grosseto, Massa Marittima, Orbetello. Sono 8 le Spighe Verdi in Umbria (un ingresso e un’uscita): Deruta, Gubbio, Montecastrilli, Montefalco, Norcia, Scheggino, Todi, Trevi. Anche la Puglia ottiene 8 Comuni Spighe Verdi: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Maruggio, Nardò, Ostuni, Troia. La Campania ottiene 7 riconoscimenti (con un ingresso): Agropoli, Ascea, Capaccio-Paestum, Foiano di Val Fortore, Massa Lubrense, Monteforte Cilento, Positano. Sono 5 le località del Lazio (un ingresso e un’uscita): Canale Monterano, Gaeta, Rivodutri, Sabaudia, San Felice Circeo. In Liguria i Comuni sono 4 (con due nuove località): Andora, Borgio Verezzi, Lavagna, Sanremo. La Sicilia arriva a 3 località con due nuovi Comuni: Modica, Ragusa, Vittoria. Con un nuovo Comune, salgono a 3 anche le Spighe Verdi in Abruzzo: Gioia dei Marsi, San Salvo e Tortoreto. Il Veneto vanta 2 località: Montagnana e Porto Tolle. Sono 2 i Comuni Spighe Verdi anche in Basilicata (un nuovo ingresso) - Nova Siri e Pisticci - e in Lombardia: Ome e Sant’Alessio con Vialone. Uno è il Comune in Emilia-Romagna, Parma.