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(Adnkronos) - Stevie Wonder compie oggi 75 anni. E se c'è un artista capace di attraversare i decenni, le mode e le battaglie civili con la stessa intensità creativa e umana, è proprio lui. Nato come Stevland Hardaway Judkins a Saginaw, nello stato del Michigan, il 13 maggio 1950, cieco dalla nascita, ha trasformato un'apparente fragilità in uno dei talenti più luminosi e influenti della storia della musica pop. Con oltre 100 milioni di dischi venduti, 25 Grammy Awards e una carriera iniziata a soli 11 anni con la Motown, Stevie Wonder non è solo un cantante: è un simbolo della forza dell'immaginazione, della lotta per i diritti civili e del potere della musica di cambiare le cose. Difficile scegliere una sola canzone per rappresentare Stevie Wonder. 'Superstition', 'Isn’t She Lovely', 'Sir Duke', 'I Wish', 'Living for the City', 'Higher Ground', 'As', 'I Just Called to Say I Love You': ogni brano è un pezzo di storia, non solo musicale. La sua voce inconfondibile, il suo virtuosismo al pianoforte e al'armonica, il suo senso del groove e della melodia hanno ridefinito il concetto stesso di soul, aprendolo al funk, al pop, al jazz, all'elettronica. Il suo album 'Songs in the Key of Life' (1976) è considerato uno dei capolavori assoluti della musica pop: non solo per la qualità compositiva, ma per la visione del mondo che propone: empatica, spirituale, profondamente umana. Ma Stevie Wonder non è solo un gigante della musica. È stato ed è un attivista instancabile. La sua campagna per l'istituzione del Martin Luther King Jr. Day fu determinante per il riconoscimento ufficiale della ricorrenza negli Stati Uniti. Ha sostenuto il movimento per l'uguaglianza razziale, i diritti delle persone con disabilità, la fine dell'apartheid e più recentemente la giustizia climatica. La sua arte è sempre stata intrecciata con un messaggio: "La musica è un linguaggio che tutti comprendono. E con quel linguaggio possiamo parlare di pace, giustizia e amore". A 75 anni Stevie Wonder è ancora in attività, anche se con minore frequenza. I suoi ultimi concerti hanno emozionato milioni di fan in tutto il mondo. La sua eredità musicale è ovunque: artisti come Prince, Alicia Keys, Bruno Mars, John Legend, Anderson Paak, fino a Beyoncé e Kendrick Lamar, hanno tutti riconosciuto il debito verso la sua visione sonora. E mentre il tempo scorre, resta una certezza: Stevie Wonder ha suonato il mondo, e lo ha fatto vibrare. Con l'anima. Con il cuore. Con la forza dolce di chi sa vedere, anche senza gli occhi, ciò che molti non riescono neppure a immaginare. (di Paolo Martini)
(Adnkronos) - "Il Rapporto Gem ci racconta quest'anno che l'Italia si posiziona al 34esimo posto su 51 economie nel mondo, quindi nel ranking mondiale continuiamo ad avere una posizione piuttosto bassa. Questo è un dato preoccupante perché la crescita di un Paese dipende anche dalla propensione imprenditoriale, sia per ciò che riguarda la prospettiva di sviluppo economico, sia per fronteggiare le sfide che ci troviamo adesso nel mondo, come la transizione verso una sostenibilità ambientale e sociale e verso il digitale”. Lo ha detto Alessandra Micozzi, docente di Economia applicata presso l'Universitas Mercatorum e coordinatore team Progetto Gem Italia, alla presentazione del Rapporto Gem Italia 2024-2025, a cura di Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity - svoltasi a Roma, intitolato ‘L’imprenditorialità per la crescita del Paese’. “Un altro dato allarmante è che il gender gap in Italia, anziché diminuire, aumenta e quest'anno abbiamo fatto un focus specifico sulle determinanti e i fattori che effettivamente condizionano questo gender gap - spiega Micozzi - Un altro dato è la propensione alla crescita: le nuove imprese italiane che nascono non hanno la capacità di occupare personale e ciò è dipeso da diversi fattori, come un contesto burocratico complesso, oneri fiscali elevati, che non favoriscono investimenti e assunzioni, ma dipende anche dalla carenza strutturale delle infrastrutture digitali e il supporto all'innovazione. Questo pregiudica in particolar modo le imprese ad alta tecnologia”. “L'imprenditorialità è un fenomeno sociale e culturale, quindi la dimensione culturale è rilevante. Questo significa che le convinzioni e ciò che ci si aspetta a livello di aspettative sociali impattano molto sulla rappresentazione che abbiamo dell'imprenditorialità come carriera desiderabile e anche sulla valutazione delle proprie capacità ad attivare un'impresa. Pertanto, sicuramente la formazione a tutti i livelli di educazione, è fondamentale per un cambiamento culturale”, conclude.
(Adnkronos) - "La progettazione della luce naturale e zenitale negli edifici è un tema che sta tornando ad essere importante nell'edilizia. È qualcosa che non ha solo un impatto sull'architettura, ma anche sul benessere e sulla salute delle persone. Questo è un elemento fondamentale che dobbiamo considerare e rispetto al quale abbiamo ora la tecnologia per migliorare ancora di più". Così Marco Soravia, Market Director Velux Italia, intervenendo al convegno ‘Costruire il benessere - Il ruolo della luce naturale e della luce zenitale nell’edilizia’, questo pomeriggio presso la Sala Zuccari del Senato. "Velux è un'azienda che opera da oltre 80 anni nel settore dell'edilizia. Da sempre promuoviamo la sostenibilità ambientale e sociale e lo facciamo con comunicazione continua agli architetti, formazione, qualità dell'architettura e anche affrontando tematiche difficili - prosegue - Abbiamo fatto campagne di sensibilizzazione sul tema della salute delle persone negli spazi chiusi: oggi noi passiamo oltre il 90% del nostro tempo in spazi chiusi ed è fondamentale che abbiano condizioni di comfort ottimali". Soravia ricorda che "le leggi sono vecchie, il legislatore è impegnato ad aggiornarle ed è estremamente difficile trovare il giusto equilibrio tra la tecnica e la parte dell'impatto sociale. Anche perché quando si parla di edilizia bisogna parlare anche di urbanistica. Le leggi urbanistiche, i piani regolatori sono complessi, sono vecchi, ed è complicato aggiornarli". Inoltre, "trovare l'equilibrio tra l'efficienza energetica pura e il comfort della salute delle persone non è assolutamente facile. E' paradossalmente più facile realizzare edifici efficienti, ma non confortevoli e non salubri. E' un paradosso, se vogliamo, ma se non viene posta la giusta attenzione il rischio è altissimo. Quindi è una sfida che la politica e l'amministrazione deve cogliere, ma è anche una responsabilità dei professionisti, architetti e delle imprese supportare questo passaggio".