(Adnkronos) - La Commissione Europea "ha proposto di rinviare all'inizio di gennaio" la firma dell'accordo commerciale tra l'Ue e il Mercosur. Lo si apprende da fonti Ue, mentre è in corso il Consiglio Europeo a Bruxelles. Giorgia Meloni non è contraria all'accordo tra Ue e Mercosur, che dovrebbe essere firmato sabato, ma chiede più tempo "per convincere" gli agricoltori italiani. E' quello che la premier ha detto in un colloquio telefonico con il presidente brasiliano, secondo quanto riferito dallo stesso Luiz Inacio Lula da Silva in una conferenza stampa. "Oggi ho chiamato il primo ministro Meloni - ha detto, citato dalla stampa locale -. Con mia grande sorpresa, ho scoperto che anche l'Italia, insieme alla Francia, non voleva firmare l'accordo a causa di una questione politica che coinvolge gli agricoltori". Secondo il presidente brasiliano, durante il colloquio con la premier, "Meloni mi ha spiegato che non è contraria all'accordo, ma che sta solo vivendo un certo imbarazzo politico a causa degli agricoltori italiani, ma che è sicura di riuscire a convincerli ad accettare l'accordo". Quindi, la presidente del Consiglio ha assicurato a Lula - che detiene la presidenza di turno del Mercosur - che "se avremo la pazienza di aspettare una settimana, dieci giorni, al massimo un mese, l'Italia aderirà all'accordo. Le ho detto che riferirò quello che mi ha detto alla riunione del Mercosur e chiederò ai colleghi di decidere cosa vogliono fare". Ieri, durante l'ultima riunione di governo dell'anno, Lula aveva avvertito che se l'accordo commerciale tra l'Unione Europea ed il Mercosur non sarà firmato sabato a Foz do Iguacu, come previsto, non sarà siglato sotto la sua presidenza. "Li ho già avvertiti: se non lo facciamo ora, il Brasile non firmerà più l'accordo finché sarò presidente", aveva detto in un riferimento alla scadenza del suo mandato il prossimo autunno. La richiesta di Meloni al presidente brasiliano di rinviare la firma sarà discussa nella riunione che i leader dell'organizzazione economica regionale sudamericana avranno nel weekend, ha poi reso noto Lula. Del Mercosur fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. L'accordo con l'Ue - concluso lo scorso anno - creerebbe la zona di libero scambio più grande nel mondo, coinvolgendo 450 milioni di consumatori in Europa e 270 in Sudamerica. Il governo italiano, come già dichiarato in Parlamento dalla presidente del Consiglio Meloni e "ribadito anche al presidente del Brasile" è quindi "pronto" a sottoscrivere l'accordo commerciale "non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione Europea e possono essere definite in tempi brevi", conferma intanto una nota di Palazzo Chigi. L'Italia è "pronta" a firmare l'accordo commerciale Ue-Mercosur, ma dopo che saranno stati risolti i "problemi" che riguardano in particolare gli agricoltori, aveva intanto spiegato stamane il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles a margine del prevertice del Ppe, mentre la Germania spinge per una firma sabato 20 dicembre ma Francia e Italia non sono ancora pronte. "Ci sono dei problemi - nota Tajani - che riguardano il mondo agricolo che non sono stati ancora completamente risolti. Una volta risolti quelli, l'Italia è pronta a sostenere l'accordo. Noi in linea di massima lo sosteniamo al 100%. Bisogna risolvere il tema agricolo, dopodiché l'Italia sarà assolutamente pronta a firmare. Prima si risolve meglio è". L'accordo in trilogo sulle salvaguardie tra Consiglio e Parlamento Europeo "è un segnale che va nella buona direzione, ma ci sono dei punti ancora da vedere. Vedremo durante il Consiglio quali saranno le garanzie. E' un passo in avanti, ma non so se è sufficiente", conclude.
(Adnkronos) - "Ringrazio le Acli per il loro impegno sociale così importante e anche per aver organizzato il LaborDì, che è sempre un appuntamento molto bello e utile innanzitutto per i ragazzi, che hanno la possibilità di avere un assaggio del mondo del lavoro, di incontrare aziende e imprese e di capire come possono fare per entrare in questo mondo, che è un tema fondamentale”. Lo ha detto Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, in occasione dell’edizione 2025 di LaborDì, l’evento promosso dalle Acli di Roma dove i giovani incontrano il mondo del lavoro. "Noi stiamo lavorando molto per rafforzare la capacità della nostra città e del nostro territorio di offrire lavoro di qualità, creando più opportunità, ma anche cercando di alzare il livello del lavoro, che troppo spesso nelle nostre città è precario, non di qualità e sottopagato - spiega il sindaco di Roma - È importante che a Roma si creino tanti posti di lavoro e ne stiamo creando tanti. Stiamo diventando nel tempo la locomotiva d'Italia da questo punto di vista, grazie anche ai tanti investimenti, al boom turistico e al sostegno alle imprese, ma al tempo stesso stiamo cercando di avere un lavoro di maggiore qualità". "Inoltre, è fondamentale questo nesso tra la comunità educante, il percorso formativo e l'ingresso nel mercato del lavoro”. Esempi di questa collaborazione virtuosa sono “il Labordì, i nostri Job Day, i Centri di orientamento al lavoro, l'impegno insieme alle scuole per accompagnare la crescita e l'ingresso nel mercato del lavoro” spiega Gualtieri. "Entrare nel mondo del lavoro non significa soltanto avere una retribuzione per delle prestazioni, ma è un passaggio fondamentale nel percorso per un'autonomia e per la dignità della persona - conclude - Per noi il lavoro è innanzitutto un grande elemento che dà dignità e piena cittadinanza alle persone e dobbiamo essere la capitale della buona occupazione".
(Adnkronos) - “Come accade per tutti i materiali, anche la plastica sta affrontando una necessaria metamorfosi. Non c’è infatti alcun materiale che oggi possa ignorare la necessità di ridurre il suo impatto” sull’ecosistema. Per raggiungere questo obiettivo disponiamo di “due strategie fondamentali: la prima è la circolarità, la seconda è la capacità di avere un progetto per il fine vita della materia. In questo contesto, il design ha un ruolo molto importante perché può accompagnare i prodotti anche nella relazione con l'utilizzatore” e promuovere “questa operazione”. Con queste parole Frida Doveil, curatrice della mostra Oltreplastica, è intervenuta in occasione dell’evento inaugurale dell’esposizione, realizzata da ADI Design Museum con il supporto di Eni, main partner del museo, e con la presenza in mostra di Versalis con Novamont e Finproject. L’esposizione nasce per rendere evidenti tutte le possibilità che il design ha oggi a disposizione per compiere scelte responsabili quando utilizza la plastica. “La mostra si occupa verticalmente del tema della plastica. Questo materiale è infatti stato un alleato potentissimo dell'innovazione nel secolo scorso, da alcuni chiamato proprio ‘il secolo della plastica’ - aggiunge la curatrice, spiegando come l’arrivo del composto di sintesi “ha spinto verso il miglioramento delle performance anche di altri materiali. Oggi però, accanto alla performance funzionale, dobbiamo guardare anche alla performance ambientale. La plastica sta facendo questa operazione, ma forse è meno visibile rispetto ad altri materiali, anche perchè si tende a pensare che la plastica vada sostituita. Invece, a dover essere sostituita è l’idea che abbiamo di questo materiale. La mostra, con il neologismo ‘Oltreplastica’, vuole suggerire l'idea di questo cambio culturale: dobbiamo vedere la plastica per quello che è già diventata e per l'opportunità che ci dà di fare plastica in una maniera sostenibile e consapevole”. L’esposizione ha un ruolo importante anche nel promuovere una riflessione sul tema della sostituzione dei materiali: “Ogni nuovo materiale entra in campo imitandone un altro - conclude - presentandosi come una proposta migliore o in sostituzione di un materiale precedente. Qui, ad Oltreplastica, vogliamo invece guardare ai materiali in un'ottica diversa, ossia concentrandoci su ciò che ci può aiutare a usare quello che è plastico in una maniera alternativa. Collaborano dunque, in questo universo, anche forme della materia che non hanno a che fare con i polimeri - magari originate dal legno o dai batteri o, ancora, dai funghi - le cui prestazioni però sono simili a quelle dei polimeri. Questo è molto interessante”.