INFORMAZIONIAlessandro Abbiati |
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(Adnkronos) - Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), Fondazione Airc per la ricerca sul cancro, Fondazione Umberto Veronesi e Fondazione Aiom lanciano una campagna di raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare. La richiesta è di introdurre un'accisa fissa di 5 euro su tutti i prodotti da fumo e da inalazione di nicotina, compresi quelli di nuova generazione (sigarette elettroniche e tabacco riscaldato). L'obiettivo è contrastare il tabagismo e reperire nuove risorse per il sistema sanitario nazionale. In Italia quasi un quarto degli adulti fuma regolarmente ed è preoccupante anche la diffusione tra i più giovani, spiegano i promotori dell'iniziativa. Un teenager su 5 tra i 15 e i 19 anni fa un uso quotidiano di sigarette, comportamento che tende poi a mantenere per il resto della vita. Da qui la scelta di lanciare una grande campagna di sensibilizzazione promossa dalla società scientifica (Aiom) e dalle principali fondazioni dell'oncologia (Fondazione Airc, Fondazione Veronesi, Fondazione Aiom, in collaborazione con Fondazione The Bridge). L'obiettivo è raccogliere, entro la primavera, 50mila firme autenticate. Saranno poi consegnate, insieme al testo del provvedimento, al Parlamento che dovrà discutere la proposta. La campagna, la prima del genere mai realizzata in Italia, è stata annunciata oggi in un convegno nazionale al Senato promosso da Aiom, alla vigilia del suo XXVII congresso nazionale, su iniziativa della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone. "Chiediamo alle istituzioni una legge nelle modalità e nei termini previsti dalla Costituzione - dichiarano Francesco Perrone, presidente Aiom, Daniele Finocchiaro, consigliere delegato di Fondazione Airc, Giulia Veronesi per Fondazione Veronesi e Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom - Nonostante le norme più restrittive approvate negli ultimi decenni, ancora troppi cittadini fumano. Il tabagismo rappresenta uno dei più rilevanti fattori di rischio oncologico; vanno quindi incentivati tutti gli strumenti che favoriscano la cessazione. Le esperienze internazionali (in primo luogo di Francia e Irlanda) dimostrano che il forte incremento sostanziale del prezzo delle sigarette rappresenta la sola strategia efficace per abbassare drasticamente il numero di fumatori. Si stima una possibile riduzione del 37% del consumo di tabacchi se si aumentasse di 5 euro il prezzo delle sigarette e degli altri prodotti correlati. Lo scopo è rendere il fumo una pratica davvero costosa e poco sostenibile, soprattutto per i più giovani". Inoltre, "l'incremento delle entrate potrà contribuire a finanziare il Servizio sanitario nazionale, a tutto vantaggio dei cittadini colpiti dal cancro e non solo". Nel nostro Paese le patologie provocate dal fumo generano circa 24 miliardi di euro di costi diretti e indiretti, ricordano gli esperti. Solo le ospedalizzazioni per le principali malattie fumo-correlate comportano 1,64 miliardi di euro di spesa annuale. In totale, i prodotti a base di tabacco provocano 93.000 decessi l'anno. Le sigarette non causano solo il carcinoma polmonare, ma anche neoplasie di cavo orale, gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata e rene. Più in generale, sono almeno 27 le malattie fumo-correlate, tra cui rientrano le patologie respiratorie non neoplastiche come la broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il fumo è anche uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: un tabagista presenta un rischio di mortalità per coronaropatia superiore da 3 a 5 volte rispetto a chi non ha mai fumato. D'altro canto, l'invecchiamento generale della popolazione italiana provoca un aumento della spesa pubblica per la sanità. Servono quindi maggiori risorse e investimenti per continuare a garantire a tutti la migliore assistenza. "La raccolta di firme inizierà già nei prossimi giorni e potrà sfruttare le reti che sia Aiom che le fondazioni coinvolte hanno sul territorio nazionale - sottolineano Perrone, Finocchiaro, Veronesi e Cinieri - Un forte impegno collettivo che coinvolgerà centinaia di volontari e medici oncologi perché, con la raccolta delle 50mila firme, si porti il Parlamento a discutere la proposta. Ci auguriamo che le istituzioni ai massimi livelli siano sensibili a un tema così rilevante per la sanità pubblica e a una norma che permetta di ridurre il carico di malattia, approvando una legge, magari all'unanimità come già è avvenuto per il diritto all'oblio". "La proposta avanzata oggi può essere davvero efficace - commenta Maria Sofia Cattaruzza, docente del Dipartimento di Sanità pubblica e Malattie infettive dell'università Sapienza di Roma - Nel nostro Paese le accise sulle sigarette risultano tra le più basse d'Europa. Sono solo di 3,19 euro per pacchetto contro i 7,45 euro della Francia e i 9,92 della Repubblica d'Irlanda. Questi due Paesi hanno negli ultimi anni introdotto forti rincari sui tabacchi e in entrambi si è registrato un calo del numero di fumatori abituali. Sono esempi virtuosi e quindi anche l'Italia dovrebbe adottare quanto prima provvedimenti simili".
(Adnkronos) - Un provvedimento che "tiene la barra dritta" sulla strada della sostenibilità dei conti pubblici, ma alla quale manca "la visione" per sostenere la crescita e gli investimenti. E' in sintesi il giudizio di Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese, intervistato da Adnkronos/Labitalia, sulla manovra economica del governo. Manovra, che ricorda Granelli, arriva in un periodo non semplice per le pmi artigiane, strette tra caro energia, ricambio generazionale e il 'peso' degli effetti dei dazi Usa sull'export. Confartigianato è la maggiore Confederazione italiana dell’artigianato e delle piccole imprese che associa 700.000 imprenditori organizzati in 103 associazioni territoriali (con 1.201 sedi in tutta Italia), e 21 federazioni regionali. Presidente Granelli, come giudicate la manovra economica del governo? Ci sono gli interventi necessari per le imprese che rappresentate? Quali gli aspetti positivi e quali quelli da migliorare? Cosa avete chiesto al Governo? "La nostra valutazione sulla manovra economica è articolata, con luci e ombre. Riconosciamo al Governo la volontà di mantenere la barra dritta sulla sostenibilità dei conti pubblici, perseguendo in modo coerente gli obiettivi di riduzione del deficit e del debito. In un contesto internazionale segnato da incertezza e instabilità, la prudenza in finanza pubblica è certamente un valore, perché serve a fronteggiare eventuali nuove turbolenze. Tuttavia, ciò che manca è una visione più efficace sull’impiego delle risorse per sostenere la crescita e gli investimenti, in particolare quelli delle micro e piccole imprese che rappresentano l’ossatura del nostro sistema produttivo. Apprezziamo l’intervento sull’Irpef, gli incentivi alle assunzioni e le misure di detassazione del lavoro. Tuttavia, abbiamo espresso perplessità sull’imposta al 5% per gli incrementi retributivi dei rinnovi contrattuali del 2025 e 2026: una misura che rischia di introdurre disparità di trattamento, oltre a essere di entità piuttosto limitata". Giudicate positivamente quanto messo in campo a sostegno degli investimenti delle aziende? "Sui sostegni agli investimenti, la manovra cerca di razionalizzare il sistema di agevolazioni ma non risolve il nodo cruciale dell’accesso per micro e piccole imprese. Il ritorno al super-ammortamento, in sostituzione del credito d’imposta, riduce di circa il 40% la platea delle imprese artigiane beneficiarie, differendo i vantaggi e aumentando la burocrazia. Giudichiamo positivamente il rifinanziamento della Zes Unica, anche se riteniamo incomprensibile l’esclusione degli investimenti inferiori a 200mila euro, e valutiamo favorevolmente anche il rifinanziamento della Nuova Sabatini. Invece, desta preoccupazione la restrizione al sistema delle compensazioni fiscali, che rischia di mettere in difficoltà le tante piccole imprese con crediti fiscali maturati grazie a investimenti o allo sconto in fattura. Bene la conferma della detrazione al 50% per la riqualificazione degli immobili, ma chiediamo che questa misura venga resa stabile per almeno un triennio. Accogliamo con favore anche il rinvio della sugar e plastic tax, mentre siamo contrari all’aumento dell’accisa sul gasolio, che penalizza soprattutto i veicoli sotto le 7,5 tonnellate, tipici del trasporto artigiano. Infine, chiediamo che la legge di bilancio istituisca un fondo per facilitare l’accesso al credito delle micro e piccole imprese, valorizzando il ruolo dei Confidi. Sottolineiamo anche la necessità di misure per fronteggiare il caro energia e sostenere il passaggio generazionale nelle aziende". Dal vostro Osservatorio qual è lo stato di salute delle imprese che state registrando? Quali le difficoltà maggiori? Quali i settori che stanno performando meglio e quelli che invece stanno incontrando più problemi? "Le nostre imprese stanno dimostrando una straordinaria capacità di resilienza, ma la situazione resta complessa. Negli ultimi anni, nonostante guerre, inflazione e caro energia, il Pil italiano è cresciuto in media del 2,1% tra il 2021 e il 2024, mezzo punto in più della media europea. Le micro e piccole imprese continuano a trainare l’economia con 64 miliardi di euro di export diretto nei settori chiave del made in Italy - alimentare, moda, legno-arredo, metalli, gioielleria e occhialeria - rappresentando l’8% del PIL nazionale. L’occupazione cresce: +329 mila posti nell’ultimo anno, +2,2% tra le micro e piccole imprese, e +8,9% quella giovanile dal 2021 al 2025, il doppio rispetto alla media europea. Anche la trasformazione digitale procede con convinzione: il 66,8% delle imprese con dipendenti ha investito in innovazione, e quasi 182mila aziende sono pioniere nell’uso dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, accanto a questi segnali positivi, emergono criticità strutturali. Il 42,9% di pressione fiscale, il 47,1% di cuneo sul lavoro, il costo dell’energia più alto del 22,5% rispetto alla media Ue e l’eccessiva burocrazia - che ostacola il 74% degli imprenditori - pesano fortemente sulla competitività. Il caro energia, in particolare, ha comportato per le nostre imprese un aggravio di oltre 1,6 miliardi di euro rispetto ai competitor europei. Preoccupa anche il ricambio generazionale: quasi un terzo delle imprese artigiane è in condizione di criticità perché guidata da imprenditori con un’età media di oltre 50 anni. Inoltre, la stretta sul credito e i costi finanziari in crescita rischiano di frenare ulteriormente gli investimenti". Alla luce di queste valutazioni cosa chiedete al governo? "L'artigianato e le piccole imprese stanno reagendo con forza, ma servono politiche più mirate per alleggerire il carico fiscale, ridurre i costi energetici, snellire la burocrazia e sostenere concretamente la nuova imprenditorialità giovanile. Le nostre imprese artigiane sono il motore dell’Italia reale. Chiediamo che la politica economica le metta davvero al centro, con misure semplici, accessibili e stabili nel tempo. Solo così potremo garantire sviluppo, occupazione e coesione sociale nei territori". Come stanno impattando i dazi Usa sulle imprese artigiane del made in Italy? Quali settori stanno registrando effetti più negativi sull’export? Le imprese stanno cercando già mercati alternativi? E quali? "I dazi statunitensi stanno producendo effetti significativi e preoccupanti sul nostro export. Le nostre stime indicano una perdita media dello 0,4% del pil nel biennio 2026-2027, con un crollo del 22% delle esportazioni verso gli Stati Uniti negli ultimi mesi. Parallelamente, assistiamo a un boom dell’import dalla Cina, +24,5% nei primi otto mesi del 2025, con picchi del +43,7% per gli autoveicoli. L’Italia, purtroppo, è l’epicentro della crisi europea dell’automotive, con una caduta della produzione del 15,2%, ben più marcata del -2,7% medio dell’Ue. Le nostre imprese stanno reagendo con pragmatismo, cercando di diversificare i mercati di sbocco. Stiamo osservando un aumento dell’export verso i 26 mercati più dinamici, per un valore di 19,7 miliardi di euro. Si rafforzano le relazioni commerciali con l’Asia orientale, il Medio Oriente, l’America Latina e alcuni Paesi dell’Africa subsahariana, dove cresce la domanda per prodotti di qualità e manifattura artigiana. Al Governo chiediamo di accompagnare questa diversificazione dei mercati, sostenere le imprese nell’internazionalizzazione e difendere il valore del made in Italy, che resta sinonimo di eccellenza, creatività e saper fare". (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Dal termovalorizzatore di Santa Palomba (RM) ai droni per il monitoraggio aereo dei siti industriali, fino al modello di Green Hospital. Il Gruppo Acea partecipa anche quest’anno a Ecomondo, il principale appuntamento annuale per la green e circular economy, con uno stand di 200 mq nel Padiglione D3 della Fiera di Rimini, presentando le proprie proposte per contribuire alla transizione ecologica del Paese. In particolare, nell’edizione 2025 il Gruppo è rappresentato dalle società Acea Ambiente, specializzata nella gestione integrata dei rifiuti e nello sviluppo di soluzioni per l’economia circolare e a.Quantum, recentemente costituita da Acea per lo sviluppo di tecnologie e servizi innovativi, con un focus su efficienza energetica, digitalizzazione e sostenibilità. “Per Acea la partecipazione a Ecomondo rappresenta un momento importante di confronto e di condivisione sui temi della sostenibilità e dell’innovazione, che sono alla base del nostro impegno quotidiano - ha dichiarato Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Acea - Ne sono dimostrazione i progetti che stiamo portando avanti nel campo della termovalorizzazione dei rifiuti con la realizzazione dell’impianto di Santa Palomba che sarà l’infrastruttura più all’avanguardia d’Europa e darà un contributo fondamentale per chiudere il ciclo dei rifiuti della Capitale. In Acea crediamo che la transizione ecologica del Paese passi attraverso un uso consapevole delle risorse, la digitalizzazione dei processi e la diffusione di nuove tecnologie come la robotica e l’intelligenza artificiale. Soluzioni che creano sviluppo economico e valore condiviso per l’ambiente, le comunità e le future generazioni”. La vocazione green del Gruppo industriale, sostenuta da strategie che mirano all'utilizzo sostenibile delle risorse e allo sviluppo eco-compatibile delle infrastrutture, è testimoniata anche dalla presidente di Acea Barbara Marinali. “In Acea ci occupiamo ogni giorno di acqua, energia e ambiente, impegnandoci per garantire la gestione di queste risorse fondamentali in una logica di efficienza e innovazione”, ha spiegato. Acea Ambiente presenterà le tecnologie di ultima generazione, tra cui il progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba (RM), che sarà realizzato dalla società RenewRome. Presso lo stand, un video descrive il futuro parco delle risorse circolari e le sue principali caratteristiche. Spazio anche a droni per il monitoraggio aereo dei siti industriali, sistemi di intelligenza artificiale per il riconoscimento dei rifiuti e modelli di manutenzione predittiva. Grazie poi alla presenza sul posto di visori 3D, con il progetto Acea Virtual Tour, i visitatori possono esplorare in modo immersivo gli impianti del Gruppo dedicati al riciclo, alla rigenerazione delle plastiche e alla produzione di energia dagli scarti per scoprire da vicino come i rifiuti si trasformano in risorse, promuovendo trasparenza e cultura ambientale. A.Quantum presenta invece a.Quantum Hospital Services, la nuova realtà dedicata alla trasformazione sostenibile delle strutture sanitarie. Il progetto supporta gli ospedali nella transizione verso modelli di Green Hospital, integrando interventi di efficientamento energetico, gestione intelligente dei rifiuti sanitari, mobilità elettrica e ottimizzazione del ciclo idrico con tecnologie IoT e intelligenza artificiale.