INFORMAZIONIAlessandra Baldan |
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(Adnkronos) - Carlo Ancelotti sulla panchina del Brasile? Chi ha osservato il suo lavoro da vicino alza il pollicione e vota ‘sì’: “Un italiano sulla panchina verdeoro è una cosa eccezionale, ma lui ha allenato e vinto ovunque. Il suo livello è internazionale e non mi meraviglio, può fare qualsiasi cosa”. Giorgio Ciaschini, storico vice del tecnico di Reggiolo, lo racconta all’Adnkronos e sorride ricordando gli anni passati accanto a uno degli allenatori più vincenti della storia. “Qualche tempo fa mi ha detto che era in trattativa con il Brasile, ma pure che era ancora lunga. Adesso, la cosa è conclusa ed è una notizia che non mi lascia indifferente. Va oltre la semplice idea di allenatore a cui leghiamo Carlo, con una nazionale avrà meno tempo per lavorare sul campo ma saprà gestire la nuova avventura alla grande”. Per Ciaschini, braccio destro di Ancelotti in tante avventure della carriera, dal periodo juventino agli anni d’oro con il Milan, cerchia in rosso il termine ‘gestione’: “In carriera, Carlo ha dimostrato di saper creare un clima sereno e positivo nei suoi spogliatoi. E credo che ci riuscirà anche stavolta, pure se non vedrà spesso i giocatori. È un mago nel creare le condizioni migliori dal punto di vista tecnico, ma anche di rapporti. Inoltre, ha allenato tanti brasiliani, gli ultimi proprio al Real Madrid. Sarà un vantaggio conoscerli prima di cominciare il lavoro con il Brasile”. Ancelotti ha sempre gestito bene i brasiliani, fino a Rodrygo e Vinicius Junior: “Li definirei particolari, dal punto di vista tecnico e umano. Ci sono campioni come Kakà e Cafù, con un carattere più tranquillo. Altri sono stati più fantasiosi ed estroversi, ne ha conosciuti di ogni tipo”. Ciaschini dribbla il tema modulo, che farà riflettere Ancelotti fin dalle prime partite di qualificazione ai prossimi Mondiali: “Non me l'ha detto e penso che non lo dica nessuno – spiega con un sorriso -. Carlo, come i più grandi, ragiona in modo diverso e considera in primis le forze a disposizione. Metterà in campo tutti i campioni che ha, il modulo viene dopo e si dovrà uniformare alla mentalità brasiliana. Lì si gioca per vincere e attaccare è la prima cosa. Cercherà una modalità per far esprimere al meglio tutti i talenti, non metterà mai un campione in difficoltà. In fondo, sono loro che risolvono le partite”. L’ultimo appunto è sul ruolo da ct: “A un certo punto, servono nuovi obiettivi e ha sentito l’esigenza di mettersi in gioco con un'esperienza tutta nuova. Così completerà il suo ciclo professionale. Non so se sarà lui l’uomo in grado di riportare il Brasile alla vittoria dei Mondiali, ma so che per raggiungere bei traguardi servono grandi giocatori nella miglior condizione. L’allenatore può fare una parte del lavoro, poi tocca a chi scende in campo”. (di Michele Antonelli)
(Adnkronos) - "Il Rapporto Gem ci racconta quest'anno che l'Italia si posiziona al 34esimo posto su 51 economie nel mondo, quindi nel ranking mondiale continuiamo ad avere una posizione piuttosto bassa. Questo è un dato preoccupante perché la crescita di un Paese dipende anche dalla propensione imprenditoriale, sia per ciò che riguarda la prospettiva di sviluppo economico, sia per fronteggiare le sfide che ci troviamo adesso nel mondo, come la transizione verso una sostenibilità ambientale e sociale e verso il digitale”. Lo ha detto Alessandra Micozzi, docente di Economia applicata presso l'Universitas Mercatorum e coordinatore team Progetto Gem Italia, alla presentazione del Rapporto Gem Italia 2024-2025, a cura di Universitas Mercatorum - l’Università delle Camere di Commercio Italiane del Gruppo Multiversity - svoltasi a Roma, intitolato ‘L’imprenditorialità per la crescita del Paese’. “Un altro dato allarmante è che il gender gap in Italia, anziché diminuire, aumenta e quest'anno abbiamo fatto un focus specifico sulle determinanti e i fattori che effettivamente condizionano questo gender gap - spiega Micozzi - Un altro dato è la propensione alla crescita: le nuove imprese italiane che nascono non hanno la capacità di occupare personale e ciò è dipeso da diversi fattori, come un contesto burocratico complesso, oneri fiscali elevati, che non favoriscono investimenti e assunzioni, ma dipende anche dalla carenza strutturale delle infrastrutture digitali e il supporto all'innovazione. Questo pregiudica in particolar modo le imprese ad alta tecnologia”. “L'imprenditorialità è un fenomeno sociale e culturale, quindi la dimensione culturale è rilevante. Questo significa che le convinzioni e ciò che ci si aspetta a livello di aspettative sociali impattano molto sulla rappresentazione che abbiamo dell'imprenditorialità come carriera desiderabile e anche sulla valutazione delle proprie capacità ad attivare un'impresa. Pertanto, sicuramente la formazione a tutti i livelli di educazione, è fondamentale per un cambiamento culturale”, conclude.
(Adnkronos) - Una Fiat 500e con guida autonoma senza conducente è partita oggi dalla stazione della metropolitana Famagosta di Milano e ha raggiunto la zona di Cantalupa, punto di accesso all’autostrada A7 in direzione Milano. Si tratta di un test sperimentale, per verificare come la tecnologia a guida autonoma possa promuovere la mobilità multimodale, nell'ambito del progetto 'Serravalle Future Drive'. L'iniziativa, nata dalla collaborazione tra la società e il team Aida (Artificial Intelligence Driving Autonomous) del Politecnico di Milano, nell'ambito del programma di ricerca del centro nazionale Most, è stata presentata oggi nell'auditorium della sede di Milano Serravalle – Milano Tangenziali. (Foto) Ha l'obiettivo - viene spiegato in una nota di Most, Fnm, Milano Serravalle e Politecnico di Milano - di "testare l’efficacia di un servizio di navetta autonoma condivisa in scenari di traffico reali e come questo possa contribuire alla costruzione di una mobilità più sostenibile, intelligente e interconnessa". Serravalle Future Drive è il primo esperimento in Italia che collega hub periferici, connessi alla rete autostradale a nodi di trasporto urbano, sfruttando le potenzialità della guida autonoma. Il progetto mira a ridurre la congestione nelle aree cittadine e promuovere l’uso del trasporto pubblico, integrando soluzioni innovative con le infrastrutture esistenti. (Video) Chi ha partecipato alla presentazione ha potuto seguire da vicino il comportamento della navetta autonoma, una Fiat 500e fornita dal partner tecnico Fassina e dotata di un sistema di guida autonoma basato su intelligenza artificiale, sviluppato dal Politecnico di Milano. "Il veicolo, equipaggiato con la tecnologia per raccogliere e analizzare dati in tempo reale, ha affrontato in completa autonomia - viene sottolineato nella nota - situazioni complesse come immissioni e uscite autostradali, in condizioni di traffico variabile, mostrando concretamente le potenzialità della tecnologia in un contesto urbano-autostradale integrato". “Serravalle Future Drive rappresenta il primo progetto in Italia che unisce concretamente il mondo autostradale con quello urbano attraverso la tecnologia della guida autonoma. È una sfida pionieristica che Milano Serravalle ha voluto cogliere, consapevole dell’importanza strategica di integrare infrastrutture esistenti e innovazione per costruire una mobilità davvero intermodale, sostenibile e al servizio dei cittadini”, ha commentato Elio Catania, presidente di Milano Serravalle – Milano Tangenziali. “Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto così ambizioso, che pone Milano al centro dell’innovazione tecnologica e apre nuove prospettive per la mobilità del futuro”, ha dichiarato Ivo Roberto Cassetta, amministratore delegato di Milano Serravalle – Milano Tangenziali. “Questa iniziativa - ha aggiunto - rappresenta un passo concreto verso una mobilità più sostenibile, efficiente e attenta alle esigenze del territorio". “Questo progetto sperimentale di una navetta autonoma multimodale segna un nuovo passo nel percorso del team Aida verso una mobilità sempre più sostenibile. L’interconnessione tra diversi scenari di traffico rappresenta un’evoluzione concreta verso soluzioni di trasporto pubblico più flessibili e capillari, valorizzando il know-how maturato dal Politecnico di Milano nelle attività di ricerca e sperimentazione su veicoli autonomi, sia in pista che su strada pubblica”, ha affermato il professor Sergio Matteo Savaresi del Politecnico di Milano, responsabile scientifico del progetto Aida. “Un esempio concreto di come la tecnologia possa diventare leva di connessione intelligente tra punti strategici del territorio che oggi sfuggono alle reti tradizionali della mobilità. È un modello di mobilità che crea valore rendendo il territorio più accessibile, funzionale e connesso”, ha dichiarato Gianmarco Montanari, direttore generale del centro nazionale per la mobilità sostenibile Most.