(Adnkronos) - Per trovare un compromesso con la nuova amministrazione americana di Donald Trump, che ha già iniziato una guerra commerciale con Messico, Canada e Cina, "occorre dialogare, e l'Italia è il migliore ambasciatore dell'Unione europea". Questo è quanto sostenuto dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nella sua audizione a Montecitorio sul Consiglio affari esteri dell’Unione europea dello scorso 27 gennaio. "Mi sembra che il presidente Trump stia dando i primi segnali di volontà di negoziare. Lo dimostra quanto accaduto nelle ultime ore con la sospensione dei dazi per Canada e Messico, dimostra che il dialogo serve", ha aggiunto. "A Bruxelles ho ribadito l’importanza di individuare un’agenda positiva su cui lavorare con gli Stati Uniti, mantenendoci pragmatici e aperti. La politica commerciale della nuova Amministrazione americana rappresenta un banco di prova per tutta l’Unione europea. È una sfida che vogliamo affrontare uniti, senza reazioni scomposte e spirali incontrollate. Le guerre commerciali non convengono a nessuno", ha detto. "Noi ci faremo trovare pronti. Stiamo elaborando una strategia per aumentare il raggio d’azione del nostro export e raggiungere sempre più nuovi mercati, come già avvenuto nel 2024, quando abbiamo raggiunto la cifra record di 305 miliardi di euro di export nell’area extra Ue", ha aggiunto. "L’economia europea e quella americana sono profondamente legate. Il volume dell’interscambio rappresenta un terzo dell’intero commercio mondiale. Di tutti i beni statunitensi all’estero, due terzi sono in Europa - ha proseguito il ministro - Sono pertanto fiducioso che riusciremo a trovare dei punti di intesa anche sul piano commerciale, nel quadro del nostro rapporto solido con Washington". "L’unità fra le due sponde dell’Atlantico è peraltro cruciale per tutelare i nostri interessi strategici, dal Mediterraneo allargato al Mar Rosso. Una tutela che deve essere garantita anche dallo strumento di una difesa comune. La Nato ne è la pietra angolare. Come ho sottolineato lo scorso mese di dicembre al Segretario Generale Rutte. Dobbiamo rafforzare il suo pilastro europeo. L’Europa deve dimostrare di sapersi assumere le proprie responsabilità. Serve infatti un salto di qualità nel processo d’integrazione, a cominciare appunto dal tema della difesa - ha detto Tajani - Cruciale sarà il tema dei finanziamenti. Dovremo pensare a soluzioni innovative, superare i tabù, scorporare le spese della difesa dai vincoli del Patto di Stabilità e Crescita, utilizzare gli eurobond e attingere a fondi del Next Generation Eu non utilizzati". "Tornerò domani in Israele. L’Italia vuole essere protagonista di questo processo di pacificazione e di ricostruzione della Striscia", ha poi sottolineato poi Tajani aggiungendo: "Sul fronte israelo-palestinese, il Consiglio ha discusso della situazione sul terreno all’indomani del cessate il fuoco a Gaza. Abbiamo tutti accolto con sollievo le prime liberazioni di ostaggi e l’aumento dell’accesso di aiuti umanitari nella Striscia". "È un risultato a cui abbiamo lavorato senza sosta anche come presidenza del G7, sostenendo la mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto - ha ricordato - Proprio per questo ho voluto essere in Israele e Palestina già il giorno dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco. Ho incontrato il Presidente Herzog e il Ministro degli Esteri Sa’ar, e a Ramallah il Premier palestinese Mustafa, al quale ho annunciato un nuovo contributo da 10 milioni di euro a favore della popolazione di Gaza". "Hamas non può tornare a controllare la Striscia. La popolazione di Gaza ha pagato un prezzo troppo alto per la sua follia terroristica. Per questo siamo in prima linea nel sostegno all’Autorità palestinese nel suo processo di riforme. A tale riguardo, il ridispiegamento della Missione europea Eubam a Rafah è un segnale fondamentale, dall’alto valore anche simbolico: una significativa presenza europea, con il compito di assistere l’Autorità Palestinese nella gestione del valico che collega Gaza all’Egitto - ha proseguito - Si tratta di uno snodo fondamentale per l’accesso umanitario e per la ripresa economica della Striscia". "Come ha ribadito anche il ministro Crosetto, l’Italia garantirà ogni contributo necessario. I nostri Carabinieri dispiegati all’interno della missione hanno già raggiunto Rafah. Li incontrerò domani, insieme al Comandante generale dei Carabinieri Salvatore Luongo e al personale impegnato nella missione Miadit a Gerico che contribuisce alla formazione delle forze di sicurezza palestinesi. I nostri militari saranno una garanzia di equilibrio e stabilità, così come lo sono da tempo al confine tra Serbia e Kosovo", ha detto ancora il vicepremier. "Il valico di Rafah sarà gestito in prima battuta da personale dell’Autorità palestinese in uniforme. È un punto molto importante, che consente all’Anp di tornare ad esercitare la propria sovranità su una porzione del territorio della Striscia. È un passo in avanti verso la seconda fase dell’accordo, ma anche la dimostrazione che l’Europa può fornire un contributo rilevante alla costruzione di una nuova stagione in Palestina, tanto in Cisgiordania quanto a Gaza - ha detto, per poi conculudere che - Con la nuova Amministrazione americana potremo lavorare anche per ridare slancio agli Accordi di Abramo per normalizzare i rapporti dei Paesi arabi con Israele. Quel percorso si era interrotto con gli attacchi del 7 ottobre. Adesso si devono riannodare i fili.
(Adnkronos) - Sono le regioni del Centro e del Nord-Est le aree geografiche 'mozzarella lover' in Italia. Dal Lazio fino al Friuli, passando per l’Emilia Romagna, ecco i territori che hanno trainato i consumi di mozzarella di bufala campana Dop nel 2024. L’anno appena trascorso ha visto un aumento dei consumi interni e una leggera flessione dell’export di Bufala Campana. È quanto emerge dal report sulla filiera elaborato dal Consorzio di Tutela e presentato nell’ambito della giornata di studio 'Mozzarella di Bufala Campana Dop: direzione Futuro' alla Camera di commercio di Caserta. L’analisi dei dati 2024 ha evidenziato una produzione di 55 milioni 718mila chilogrammi di mozzarella di bufala campana Dop, pari a + 0,23% sul 2023, con uno sprint nell’ultimo trimestre che ha consentito di recuperare un’annata segnata da una serie di congiunture, a partire dalle difficoltà dell’export, passato dal 38,3% del 2023 al 36,8% del 2024 sul totale della produzione. I Paesi al vertice della classifica sono la Francia (che sale dal 29% al 31,8%, assorbendo da sola un terzo dell’export), la Germania (con una quota passata dal 15,7% del 2023 al 18,1% dello scorso anno) e la Spagna (cresciuta dal 5,1% all’8,1%). Si affacciano anche new entry tra i mercati di destinazione, come la Norvegia e la Thailandia, censiti per la prima volta. Tra i Paesi ritenuti più interessanti per il futuro figurano invece l’Europa dell’Est, il Messico e poi il continente asiatico, dagli Emirati Arabi fino a Singapore e Malesia. E per il 2025 il Consorzio è pronto a lanciare una campagna di promozione in Europa da oltre 1 milione di euro, concentrando le risorse in mercati strategici come Francia, Germania, Inghilterra e Paesi Bassi. Sul versante interno, aumentano i consumi in Italia, saliti al 63,2% rispetto al 61,7% del 2023. A dare il maggior contributo sono il Nord-Est del Paese (consumi aumentati dal 16,6% al 24,5%) e il Centro (dal 17,9% al 23,5%), mentre le vendite nel Nord Ovest passano dal 39,6% al 32,3% e al Sud dal 26% al 19,7%. “Abbiamo vissuto un anno in chiaroscuro”, commenta il presidente del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo, e aggiunge: “Di fronte alle difficoltà, dettate dal contesto internazionale e dalla crisi dei consumi, la filiera però è riuscita a reggere, con risultati sostanzialmente in linea con il 2023. Questo deve spingerci a programmare bene il futuro, a delineare strategie efficaci per affrontare i rapidi cambiamenti in atto. Tutti gli attori della filiera devono impegnarsi a guardare nella stessa direzione di sviluppo, lavorando insieme”. A elencare le priorità d’azione è il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani: “Occorre risolvere alcuni nodi fondamentali, in particolare il ripristino di un equilibrio perduto in merito alla destagionalizzazione della produzione di latte. I dati ci dicono che si continua a produrre più latte nei mesi invernali, quando la domanda cala, e meno latte in primavera-estate, quando invece aumenta la richiesta di mozzarella Dop. Questo squilibrio ha portato ad avere un eccessivo quantitativo di latte congelato, che non può essere utilizzato per la Dop, e dunque va frenato anche con meccanismi premiali nei confronti degli allevatori virtuosi". "Un contratto tipo - prosegue - è la via per uniformare e regolamentare l’intera filiera, ma non nei prezzi, che vengono decisi dal mercato e da nessun altro. Inoltre, dobbiamo sfruttare al meglio le moderne tecnologie per rafforzare il nostro sistema di tracciabilità. Infine, dobbiamo puntare sempre più sulla qualità del nostro prodotto, comunicando al consumatore cosa rappresenta e le caratteristiche che lo legano al territorio di origine”. Proprio sul fronte della tracciabilità, Michele Blasi, del Dipartimento Qualità Agroalimentare (Dqa, l’ente terzo incaricato dal 2013 di svolgere i controlli e la certificazione della filiera della mozzarella di bufala campana Dop), fotografa fotografia i primi 10 anni di attività di una piattaforma unica, che non esiste in nessun altro comparto agroalimentare: “Oltre 1 milione di dati controllati, circa 10mila visite ispettive che in un decennio hanno contribuito a garantire trasparenza e tracciabilità di uno dei prodotti simbolo del made in Italy agroalimentare, la mozzarella di bufala campana Dop”, sottolinea, spiegando come funziona il sistema: “Il Dqa trasmette alla piattaforma tracciabilità della filiera bufalina i dati dei caseifici e dei raccoglitori del latte iscritti al piano dei controlli della mozzarella di bufala campana Dop". "I dati - chiarisce - vengono inviati alla piattaforma implementata dal Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) e dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del mezzogiorno. Il latte acquistato, la mozzarella di bufala campana Dop e non Dop prodotta, le altre tipologie di trasformati e il latte congelato: queste sono le informazioni che, come previsto per legge, il Dqa gestisce e che da sempre sono a disposizione delle autorità di controllo, come gli uffici della Repressione frodi, le Asl, i carabinieri Forestali e quelli dei Nuclei antisofisticazioni. Ad oggi, il Dqa ha rilasciato più di 400 credenziali per l’accesso diretto ai dati, sul proprio portale, ai pubblici ufficiali addetti ai controlli”. Del futuro della tracciabilità parla Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (Izsm): “L’applicazione dell’innovazione tecnologica al sistema di tracciabilità è l’elemento fondamentale per garantire trasparenza e integrità all’intera filiera bufalina. Stiamo lavorando all’impiego dei migliori strumenti informatici, quelli più innovativi ed efficienti per dare a questo comparto sempre maggior risalto. Non sfuggirà ai consumatori che la trasparenza e l’immediata ricezione dei dati, nelle sedi istituzionali, può garantire sempre di più i produttori e gli allevatori, nell’interesse della tutela delle produzioni”. Gli scenari che si delineano per la filiera nel 2025 guardano innanzitutto all’estero, per diffondere la conoscenza e l’unicità della mozzarella di bufala Dop, insieme al Consorzio di Tutela della Ricotta di Bufala Campana Dop e in sinergia con il Consorzio del Prosciutto di San Daniele. Sono previsti da un lato seminari esteri con il coinvolgimento di ambasciate, consolati e uffici Ice e dall’altro iniziative con operatori del settore, portando la Bufala Dop nei luoghi di tendenza per i giovani europei, con l’obiettivo di conquistare questa fascia di consumatori. Le iniziative partiranno in primavera e dureranno per tutto il 2025, affiancate da una campagna di comunicazione e da studi di mercato condotti da Nomisma per conoscere e interpretare correttamente le abitudini del consumatore. Oltre ai progetti mirati, nel 2025 sarà incrementata la partecipazione alle fiere di settore all’estero con due tappe negli Stati Uniti per Pizza Expo a Las Vegas e per il Fancy Food a New York.
(Adnkronos) - Il depuratore di Rozzano, uno dei 40 impianti di Gruppo Cap gestiti da Cap Evolution, la società del Gruppo operante nei settori del Waste, Wastewater ed Energy, sarà interconnesso sia termicamente sia elettricamente con la centrale di teleriscaldamento di Atmos, società parte del gruppo Getec e gestore della rete di teleriscaldamento del Comune di Rozzano. L’iniziativa mira a creare un sistema energetico integrato capace di scambiare energia elettrica e termica, massimizzando il rendimento energetico e l’autosufficienza delle strutture coinvolte - si legge in una nota congiunta - Da una parte, quindi, la centrale di teleriscaldamento fornirà l’energia elettrica prodotta dal proprio cogeneratore direttamente al depuratore, che recentemente ha aumentato la sua capacità di trattamento, coprendo il proprio fabbisogno energetico e garantendo la copertura anche in caso di futuri incrementi dei consumi. Atmos fornirà, inoltre, energia termica della rete di teleriscaldamento al depuratore, per stabilizzare la temperatura dei digestori utilizzati nella produzione di biogas. Questo apporto termico migliorerà l’efficienza del processo di digestione anaerobica. Dall’altra parte, il calore ad alta temperatura derivato dalla combustione del biogas prodotto dal digestore di Cap Evolution verrà immesso nella rete di teleriscaldamento comunale, che beneficerà così di una quota di calore completamente rinnovabile. “Questo progetto si distingue per il suo valore altamente sperimentale e si conferma come esempio tangibile del nostro impegno per un’innovazione sostenibile, in cui la sinergia tra infrastrutture locali contribuisce alla riduzione delle emissioni e all’ottimizzazione delle risorse. Con l’interconnessione tra il depuratore di Rozzano e la centrale di teleriscaldamento di Atmos non solo massimizziamo l’efficienza energetica dei nostri impianti, ma trasformiamo il calore rinnovabile generato dal trattamento delle acque reflue in un valore concreto per la comunità, in linea con i principi dell’economia circolare”, afferma Alessandro Reginato, che ha assunto il ruolo di direttore generale di Cap Evolution dal 1° gennaio 2025. “L’integrazione tra il depuratore di Rozzano e la nostra centrale di teleriscaldamento rappresenta un traguardo significativo nel percorso verso un modello energetico più sostenibile ed interconnesso - sottolinea Giovanni Pontrelli, amministratore delegato di Getec Italia - Questo intervento non è solo un esempio di innovazione tecnologica applicata, ma anche un simbolo del valore della cooperazione tra partner diversi per creare soluzioni che portano benefici concreti al territorio. Grazie a questo progetto rendiamo più efficiente l’utilizzo delle risorse rinnovabili, riduciamo l’impatto ambientale e rafforziamo le infrastrutture locali, contribuendo ad un futuro più resiliente e sostenibile per le nostre comunità”. Questa sinergia porterà benefici concreti in termini economici, ambientali e di affidabilità - spiegano le due realtà - Innanzitutto, la connessione diretta con il cogeneratore consente di evitare costi aggiuntivi, migliorando la sostenibilità economica delle operazioni. Non solo: l’apporto di calore rinnovabile alla rete di teleriscaldamento consente il riconoscimento delle Garanzie di Origine, valorizzando l’energia prodotta da fonti rinnovabili e contribuendo agli obiettivi di neutralità energetica e riduzione delle emissioni previsti dalla Direttiva Europea sulle acque reflue. Infine, la stabilità termica dei digestori, garantita dal collegamento alla rete di teleriscaldamento, migliora la resa del biogas, incrementando così l’efficienza del processo di depurazione e la produzione di bioenergia. Il progetto, i cui lavori partiranno a breve, prevede già ulteriori sviluppi, come l’utilizzo di pompe di calore per il recupero dell’energia termica residua dell’acqua trattata, con una stima di 9.000 MWh annui di calore rinnovabile addizionale.