(Adnkronos) - Unicredit invia all'esecutivo il documento relativo all'offerta pubblica di scambio su banco Bpm ai sensi del golden power. Per la risposta vi sono 45 giorni di tempo, ma c'è la possibilità per il governo di chiedere un'addizionale di 15 giorni: C'è attesa fino alla metà e la fine di marzo: prima ci dovrà essere il via libera di Consob e Bce. Attraverso il golden power il governo può bloccare o imporre condizioni a specifiche operazion. Giova ricordare che le norme sul Golden Power sono nate per proteggere asset strategici. Durante il Covid la loro applicazione è stata estesa (prima come misura temporanea e dal 2022 come regola stabile) al settore bancario, già sotto la vigilanza della Bce. Il potere di veto del Governo con riguardo all’operazione Unicredit-Banco Bpm è di piana applicazione? Quello che gli esperti sottolineano è il rischio di possibili frizioni con l’Unione Europea. L’ambito di applicazione: il principio di nazionalità non è indispensabile... Gabriele Nuzzo, professore di diritto commerciale alla Bicocca di Milano, spiega all'Adnkronos che a differenza di quanto avviene in altri settori, come la difesa o l’agricoltura, dove l’applicazione del Golden Power si basa sulla sicurezza nazionale, nel settore bancario il criterio è più ampio: il potere di veto del Governo è posto a presidio di interessi essenziali dello Stato, sicurezza pubblica e ordine pubblico. Nel settore finanziario, creditizio e assicurativo, spiega il professore, il Golden Power può essere esercitato indipendentemente dalla nazionalità del soggetto acquirente. Anche investitori italiani che puntano ad acquisire asset strategici in questi settori potrebbero incontrare il veto, benché le implicazioni giuridiche restino complesse e controverse. Stabilità finanziaria: un presupposto controverso.. La stabilità finanziaria, che emerge come potenziale giustificazione per l’esercizio del Golden Power, è questione spinosa, spiega Nuzzo. Si potrebbe sostenere che essa rientri nel concetto di ordine pubblico, ma il diritto comunitario, continua il professore, tende a escludere motivazioni economiche, come la salvaguardia di una banca “fiore all’occhiello” dell’economia nazionale, dall’ambito di intervento statale. Il controllo della stabilità patrimoniale e finanziaria degli istituti bancari europei, spiega, è peraltro già garantito dalla vigilanza della Bce, che valuta le operazioni di concentrazione secondo standard rigorosi. Il ruolo della Bce... Ogni fusione o acquisizione nel settore bancario, spiega Nuzzo, è soggetta al vaglio della Banca Centrale Europea (Bce), che analizza precisi indici di adeguatezza e stabilità patrimoniale delle banche coinvolte, assicurandosi esse che rispettino le regole dei Basel Accords. Un'operazione, dice, che non soddisfi tali criteri non potrebbe proseguire, indipendentemente dall’intervento del governo nazionale. Questo sistema di vigilanza multilivello, afferma, riduce ulteriormente le possibilità di invocare il Golden Power per motivi di stabilità finanziaria. Proporzionalità e diritto dell’Ue: i rischi... L’esercizio del Golden Power, afferma, in circostanze non conformi ai parametri europei potrebbe esporre l’Italia a una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. In passato, alcune decisioni italiane su settori definiti strategici sono state contestate a livello comunitario, evidenziando i limiti di un intervento troppo ampio o non proporzionato. Qualsiasi decisione deve quindi essere giustificata nei minimi dettagli per evitare ricadute legali ed esporre l'Italia a una procedura di infrazione. (di Andrea Persili)
(Adnkronos) - Presentato oggi nella sede Git spa di Grado 'Estate 2025. Una stagione da raccontare'. Presenti il presidente della società Roberto Marin, l’assessore regionale al Turismo e alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini e il sindaco Giuseppe Corbatto. Git, società a partecipazione pubblica per il 90% della Regione e per il 10% del Comune, ha 194 dipendenti e 134 anni di storia turistica nel settore balneare. Sono 1622 i metri di arenile in gestione di Git, 7564 i lettini a disposizione e 3100 gli ombrelloni installati. Alla spiaggia sono state riconosciute 36 bandiere blu. Dal 2022, è stato raggiunto il +25% di fatturato. Nel 2024 sono stati raggiunti i 10 milioni di euro di volume. Il trend si dimostra quindi progressivo con un utile migliorato che, come affermato dal presidente di Git, Marin, "permette più investimenti e più occupazione". Entro il 2028, la previsione di crescita del fatturato atteso è di 13 milioni di euro con una crescita annua del 10%. Rispetto al 2022, nel 2024 i ricavi generati dalle prenotazioni on line si attestano sul +63% che si traduce nel +28% sulle prenotazioni totali. Aggiornata l’App Git – Grado per le prenotazioni. Incrementato del +177% il servizio sharing dell’ombrellone. I clienti fidelizzati sono cresciuti dell’88%. "Grado - ha ricordato il presidente Marin - è la prima spiaggia in Italia prenotata dai turisti stranieri è la tredicesima miglior spiaggia d’Europa e la seconda in Italia dopo Vieste". La 'famiglia Git' ha 101 dipendenti annui. Si registra il +7% di dipendenti annui, la maggioranza proveniente dalla provincia di Gorizia. Restano invariati i prezzi eccetto l’aumento della tariffa per la 'Spiaggia di Sissi' dove l’ombrellone giornaliero in prima linea costa 67 euro. "Nel 2025 - ha aggiunto Marin - raggiungiamo il 100% di rinnovamento della spiaggia i campi da tennis e di padel si presentano ampliati. Aprirà la Baby beach. Previste più serate a tema al parco acquatico e alle Antiche Terme".
(Adnkronos) - Ogni giorno la grande distribuzione genera massicci volumi di prodotti alimentari ritirati dagli scaffali perfettamente integri e commestibili che, per scadenza ravvicinata o confezione esterna ammaccata, non possono essere riproposti alla vendita. Con il progetto ‘Buon fine’ di Coop Lombardia nel solo 2024 sono state recuperate 1.800 tonnellate di cibo, donate ad associazioni no profit che operano sul territorio, molto spesso in prossimità dei punti vendita. In occasione dell’anniversario dell’iniziativa e della Giornata Internazionale contro lo Spreco Alimentare, che ricorre il 5 febbraio, la stessa Cooperativa ha organizzato un evento speciale al Barrio’s Live a Milano. L'iniziativa è stata, inoltre, motivo per approfondire il tema dello spreco alimentare e della cooperazione insieme a ospiti d’eccezione. In vent’anni, “il bilancio è molto positivo”, dice il presidente di Coop Lombardia, Alfredo De Bellis. Lo dicono i numeri: “oltre 75 milioni di euro di merce donata e 25 milioni e mezzo di pasti garantiti a tantissime persone - fa sapere il presidente - Da questo progetto è nata anche la consuetudine di donare, oltre a cibo in scatola, anche carne, latticini, frutta e verdura”. Un progetto dalla duplice veste, solidale e rispettoso dell’ambiente, dal quale sono nati due progetti paralleli. Uno di questi è 'Dona la spesa' “che ci consente di donare con continuità il cibo alle persone, grazie a spazi, approntati fuori dai negozi di Coop Lombardia, in cui soci e clienti possono acquistare del cibo e donarlo al progetto”, spiega il presidente di Coop Lombardia. L’altro progetto è invece 'Mangiami subito' che prevede “l’acquisto di cibo prossimo alla scadenza a prezzi fortemente scontati”, le parole di De Bellis. Nei suoi vent’anni di vita, il progetto 'Buon fine' ha dato a Coop Lombardia la possibilità di attivare e rafforzare “rapporti con 120 tra cooperative, associazioni, realtà del mondo del volontariato e istituzioni - spiega il presidente - riuscendo ad alimentare delle reti sul territorio che consentono di attivare un meccanismo sempre più forte di inclusione sociale”. “Considero che ‘Buon fine’ sia parte integrante della food policy di Milano - dice il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo - Questa capacità di creare un raccordo fra il sistema pubblico e il sistema privato si può concretizzare solo se c'è la capacità di essere quotidianamente al servizio di quelli che sono gli obiettivi più grandi. Inoltre - aggiunge- il progetto dà la possibilità di arrivare a chi magari non conosce queste iniziative. C'è una dimensione concreta nella raccolta e nella redistribuzione - conclude il vicesindaco Scavuzzo - ma c'è anche un grande valore educativo di comunicazione, di cui oggi abbiamo molto bisogno”. Il progetto ‘Buon fine’ è partito ancor prima dell’entrata in vigore, il 14 settembre 2016, della legge n.166/16 o "legge Gadda" contro gli sprechi alimentari e farmaceutici. Una legge che ha semplificato e aggiornato il quadro normativo esistente e ne ha ampliata l'applicazione a più soggetti del Terzo Settore: “Grazie alla legge 166 antispreco è aumentata non soltanto la varietà dei beni recuperati, a partire dai freschi e freschissimi, che sono quelli a maggiore rischio spreco, ma soprattutto la varietà di possibili donatori - sottolinea Maria Chiara Gadda, Deputata e prima firmataria della Legge - Lo spreco, o meglio l'eccedenza che rischia di diventare spreco, può avvenire in tutta la filiera. Ma in questi anni è migliorato anche il rapporto tra chi può donare, dai supermercati fino al mercato rionale, passando per i grandi eventi”. A quasi dieci anni dall’entrata in vigore, restano ancora alcuni ostacoli da superare per una più ampia applicazione della legge Gadda: “Dobbiamo lavorare di più sulla promozione e anche sull'educazione dei cittadini. Bisogna inoltre calare le opportunità della legge 166 anche in quei luoghi dove sembra impossibile recuperare. Pensiamo ai matrimoni, agli alberghi, al settore della ristorazione. La legge ha semplificato la burocrazia ma ha anche agevolato fiscalmente. Dobbiamo farne conoscere le opportunità e dotare anche il terzo settore di migliori attrezzature e di migliori strumenti per recuperare il cibo e destinarlo laddove ce n'è bisogno”, dice Gadda. ‘Buon fine’ è arrivato direttamente alle persone, restituendo loro dignità: “La forza di questo progetto è stata la sintonia di divisione - dice Rossella Miccio, presidente di Emergency - quindi non l'idea semplicemente di dare l'eccesso a qualcuno che ne aveva bisogno, ma di come farlo, perché farlo e come restituire anche, non solo alla comunità ma anche alle istituzioni, un modello che potesse funzionare e che avesse un impatto vero”, le sue parole. L’iniziativa è un circolo virtuoso che si realizza: “Vent’anni fa, il progetto ha dato subito a Caritas Ambrosiana l'idea che bisognava allearsi con un'impresa che poteva aiutarla, nel concreto, a stare vicino a tutte le persone in difficoltà”, dichiara il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti. “Lo abbiamo fatto portando i beni che ci venivano donati da Coop Lombardia e anche attraverso il Refettorio Ambrosiano, dieci anni fa - riprende Gualzetti - Ancora oggi, in quella sede riceviamo tanti beni dalle varie Coop del circondario di Refettorio Ambrosiano e con questi aiuti, insieme ad altri, riusciamo a non spendere nulla in beni alimentari per fornire un pasto buono alle persone in difficoltà, ospiti della struttura. Tutto questo ha generato un sistema di recupero di beni materiali e soprattutto di cibo, che hanno consentito di alimentare una filiera che va dalle mense agli empori della solidarietà, fino alla somministrazione del cibo attraverso anche i pacchi viveri che i nostri 400 centri di ascolto generano nel territorio. Una collaborazione che ha prodotto tanti risultati”, dice. Per il direttore generale della Fondazione Terre des hommes, Paolo Ferrara, ‘Buon fine’ è “Un esempio virtuoso fatto di una collaborazione che parte dal territorio, dall'ascolto dei bisogni delle persone, delle comunità. Parte dall'attenzione e dall'ascolto fra soggetti che si incontrano. Soggetti come il Comune di Milano, Coop Lombardia e il privato sociale, Come Terre des hommes, che cerca di rappresentare davvero con concretezza le richieste e i bisogni delle persone - le parole di Ferrara - Senza l’ascolto non si riescono a raggiungere risultati e soprattutto, non si riesce a dare sostenibilità al lavoro che si fa sui territori”, conclude.