(Adnkronos) - Nuova allerta maltempo in Friuli Venezia Giulia, dopo quanto accaduto ieri, che ha portato la Regione a dichiarare lo stato d'emergenza e chiedere la mobilitazione nazionale. La Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse di livello arancione con possibili criticità idrogeologiche e idrauliche. Ieri le piogge incessanti hanno provocato una frana a Cormons nel Goriziano e c'è stato un morto e un disperso, dopo il crollo di tre edifici. Alcune persone si sono, poi, dovute rifugiare sui tetti delle case per l'esondazione del fiume Torre. Un fronte perturbato di origine atlantica, dopo aver interessato l'Italia settentrionale e la Toscana, prosegue il suo transito scendendo sulle regioni del Centro-Sud, portando precipitazioni sparse, anche a carattere temporalesco, che nella giornata di oggi risulteranno più intense e abbondanti fra il basso Lazio, il Molise e i settori tirrenici meridionali della Penisola. L'avviso prevede, dalle prime ore di oggi, precipitazioni a carattere di rovescio o temporale su Lazio meridionale, Molise e Campania, in successiva estensione a Basilicata e Calabria, specie sui relativi settori tirrenici. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Allerta gialla sull'intero territorio di Calabria, Molise e su settori di Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia. In Toscana in particolare oggi saranno possibili precipitazioni sparse sul nord della regione, sulle province di Massa-Carrara, Lucca, Pistoia, Prato e alta provincia di Pisa, anche con temporali localmente forti. Sull'Appennino, oltre i 1200 metri, potranno verificarsi deboli nevicate. "L'allerta meteo" fino alle 12 di martedì 18 novembre "è arancione per l'Isontino, la Bassa Friulana e il Medio Friuli e gialla per l'Alto Friuli" dice l'assessore regionale con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi. "Seguiamo minuto per minuto la situazione e siamo sul terreno con le persone e i mezzi della Protezione civile - così Riccardi - in raccordo con i Vigili del fuoco, i Comuni, le forze dell'ordine e le forze del volontariato per i soccorsi e per alleviare al massimo le sofferenze della popolazione nelle aree più colpite che sono quelle di Brazzano di Cormons e di Versa".
(Adnkronos) - "Oggi, alla luce dell’attuale formulazione del comma 7 dell’articolo 33 della Costituzione, si impone la necessità di radicare la disciplina dello sport nel tessuto sociale ed economico del Paese. Tale orientamento richiede un approccio non più meramente settoriale, ma assiologico, sistemico e multidisciplinare, capace di cogliere la complessità e la trasversalità del fenomeno sportivo". A dirlo all'Adnkronos/Labitalia, Lilla Laperuta, esperta di Diritto del lavoro e contratti pubblici, parlando del suo libro 'La gestione dell’impianto sportivo. Guida all’amministrazione e management dello sport' (Editoriale Scientifica). "In questo contesto - spiega - assume una rilevanza strategica il settore degli impianti sportivi, rilevanza peraltro già in passato sottolineata in più punti dalla Carta europea dello sport e, più di recente, avvalorata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza , che alla Missione numero 5 'Inclusione e coesione' ha previsto l’investimento numero 3.1 'Sport e inclusione sociale'. Gli impianti sportivi non devono essere intesi soltanto come infrastrutture fisiche, ma leve strategiche di 'valore pubblico', funzionali al perseguimento di obiettivi sociali, educativi, sanitari ed economici. Nella bidimensionale prospettiva di creare spazi civici per la comunità e assecondare il neocodificato paradigma dell’amministrazione di risultato (D.Lgs. 36/2023), diventa quindi fondamentale apprendere l’iter procedurale per la sostenibile gestione degli impianti sportivi e relativo ammodernamento (D.Lgs. 38/2021)". "Di qui - continua - la redazione di un manuale concepito come strumento guida e come riferimento per operatori del settore, enti pubblici, federazioni, gestori privati e professionisti. In particolare il manuale, redatto con taglio multidisciplinare e improntato all’operatività, si propone di: sistematizzare i principi giuridici, gestionali e tecnici alla base della moderna governance degli impianti sportivi (D. Lgs. 36/2023, D. Lgs. 81/2008, D. Lgs. 231/2001); analizzare modelli gestionali replicabili e adattabili a diversi contesti (pubblico, privato, misto), con un focus specifico sull’istituto del partenariato quale operazione economica; fornire le competenze necessarie per amministrare la gestione di strutture sportive di diversa tipologia e dimensione garantendo efficienza operativa e sostenibilità economica. L’analisi degli istituti è fluida e schematica e l’utilizzo di accorgimenti grafici agevola il percorso di apprendimento. Il volume è aggiornato al dl 30 giugno 2025, n. 96 (Decreto Sport)".
(Adnkronos) - Oltre 9.700 eventi meteorologici estremi tra il 1995 e il 2024, con più di 830mila vittime e oltre 4.500 miliardi di dollari di danni diretti. E' quanto registra l'Indice di rischio climatico (Climate Risk Index, Cri) 2026, che l'organizzazione per l'ambiente e lo sviluppo Germanwatch ha presentato oggi alla Cop30 di Belém. Il paese più colpito è la Dominica. L'Italia è nella 'top 30' e occupa la 16esima posizione. Secondo l'analisi, circa il 40% di tutte le persone nel mondo, oltre tre miliardi, vive attualmente negli undici Paesi che negli ultimi 30 anni sono stati più duramente colpiti da eventi climatici estremi come ondate di calore, tempeste e inondazioni. Tra questi Paesi figurano l'India (9° posto) e la Cina (11°), e altri come la Libia (4°), Haiti (5°) e le Filippine (7°). Allo stesso tempo, i Paesi dell'Ue e le nazioni industrializzate come la Francia (12° posto), l'Italia (16°) o gli Stati Uniti (18°) sono tra i 30 Paesi più colpiti da fenomeni meteorologici estremi. "Le ondate di calore e le tempeste rappresentano la più grande minaccia per la vita umana quando si tratta di eventi meteorologici estremi - afferma Laura Schäfer, una delle autrici del Cri - Le tempeste hanno anche causato i danni monetari di gran lunga maggiori, mentre le inondazioni sono state responsabili del maggior numero di persone colpite da eventi meteorologici estremi". Alcuni Paesi che si sono classificati molto in alto nell'indice hanno sofferto principalmente di singoli eventi meteorologici ma estremamente devastanti, mentre altri sono stati colpiti ripetutamente da condizioni climatiche estreme. "Paesi come Haiti, le Filippine e l'India, tutti tra i dieci Paesi più colpiti, devono affrontare sfide particolari. Sono colpiti da inondazioni, ondate di calore o tempeste con una tale regolarità che intere regioni riescono a malapena a riprendersi dagli impatti fino all'evento successivo", spiega Vera Künzel, coautrice dell'indice. In cima all'indice per il periodo 1995-2024 c'è la Dominica, una piccolissima nazione insulare caraibica che è stata colpita più volte da uragani devastanti. Nel 2017, il solo uragano Maria ha causato danni per 1,8 miliardi di dollari, quasi tre volte il prodotto interno lordo (Pil) del Paese. È stato il più distruttivo dei sette cicloni tropicali degli ultimi 30 anni. Un altro esempio è il Myanmar, al secondo posto. Nel 2008, il ciclone Nargis ha ucciso quasi 140mila persone e ha causato danni per 5,8 miliardi di dollari. Le forti piogge e le conseguenti inondazioni hanno avuto gli effetti più devastanti. L'indice mostra che i Paesi del Sud globale sono particolarmente vulnerabili e hanno bisogno del sostegno dei Paesi ricchi. Tuttavia, anche queste nazioni sono sempre più colpite dagli impatti della crisi climatica. "I risultati del Cri 2026 dimostrano chiaramente che la Cop30 deve trovare modi efficaci per colmare il divario di ambizione globale. Le emissioni globali devono essere ridotte immediatamente, altrimenti si rischia un aumento del numero di morti e un disastro economico in tutto il mondo. Allo stesso tempo, gli sforzi di adattamento devono essere accelerati. È necessario implementare soluzioni efficaci per le perdite e i danni e fornire finanziamenti adeguati per il clima", spiega David Eckstein, co-autore Cri. Il Climate Risk Index ha condotto anche una valutazione dell'anno passato. L'arcipelago caraibico di St. Vincent e Grenadine e Grenada, devastati da un uragano di categoria 5 nell'estate del 2024, si posizionano al primo e al secondo posto di questa classifica. Il Ciad segue al terzo posto, colpito da devastanti inondazioni durate mesi.